E’ possibile avvertire una strana sensazione di aver urtato “qualcuno” e non “qualcosa”.
In un attimo percepisci che si tratta di un corpo simile al tuo, fatto di una consistenza “vivente”.
Se ti fermi ad osservare la creatura che scivola via può emergere un pensiero svestito di antropocentrismo che suona più o meno così:
l’essere umano è quell’animale che è uscito fuori dal contesto degli altri animali e, separandosene, ha iniziato a descriversi, a descriverli, a scovare e sottolineare differenze, operare classificazioni e ad agire su di essi globalmente, manipolandoli, asservendoli, sterminandoli, illudendosi di arricchirsi economicamente, politicamente, culturalmente, spiritualmente. Alla fine si ritrova solo, spaventato, isolato, sofferente in un mondo che ha distrutto grazie alla sua arrogante intelligenza e supposta superiorità rispetto alle altre forme viventi.
Ecco gli strani pensieri che può suscitare una ‘semplice’ medusa incrociata pagaiando in mezzo al mare…
[Marco Verdone]