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Nuova Zelanda: abbattute 50 mila vacche per eradicare Mycoplasma bovis / DOMANDE

NUOVA ZELANDA_50 mila muccheAncora e sempre animali sacrificati all’altare dell’economia, della scienza riduzionista (al servizio della prima) e della tavola.

NUOVA ZELANDA: ABBATTUTE 50 MILA VACCHE PER ERADICARE MYCOPLASMA BOVIS.
<<Oltre 50 mila vacche sono state abbattute e altre 50 mila lo saranno nei prossimi mesi per eradicare Mycoplasma bovis dalla nazione.
La Nuova Zelanda è la prima a tentare un piano di eradicazione dell’infezione tramite l’abbattimento selettivo di migliaia di animali parzialmente finanziato con denaro pubblico. Il governo ha annunciato la sua decisione il 28 maggio 2018, in accordo con le industrie del settore lattiero-caseario e della carne, quando il micoplasma inizialmente presente solo negli allevamenti dell’Isola del Sud ha iniziato a diffondersi in quella del Nord.
Mycoplasma bovis, pur non essendo pericoloso per gli esseri umani e per la sicurezza alimentare di latte e carne, può causare nei bovini aborti, mastiti e polmoniti, e quindi ingenti perdite economiche per gli allevamenti.>>[http://www.ruminantia.it/nuova-zelanda-abbattute-50-mila-v…/]

3 DOMANDE:
Sono stati sterminati 50 mila Esseri Senzienti per motivi economici.
1. Abbiamo un’idea di quante sono 50 mila mucche?
2. Il batterio M. bovis è diffuso soprattutto negli allevamenti intensivi. Quale potrebbe essere la soluzione al problema?
3. Ammesso di eradicare questo batterio, a chi toccherà la prossima volta se le condizioni non muteranno?

Mangeremo cibo made in China / di Gustavo Duch / Comune-info

Chi assumerà il comando del sistema alimentare globale? A porsela da questo angolo del mondo, la domanda incute un certo terrore. Il trattato di libero commercio con gli Usa, il noto Ttip, produce già oggi fantasmi di diete fast food a prezzi stracciati con ingredienti spazzatura, norme sanitarie inesistenti e la scomparsa dell’agricoltura contadina. Ma è molto più probabile che il futuro della nostra alimentazione sia made in China. L’espansione agricola cinese sta dilagando e, mentre riconverte la sua agricoltura e zootecnia togliendole ai contadini per concentrarle nelle mani di pochi colossi competitivi, acquisisce a ritmi impressionanti terre e grandi imprese agrolimentari in ogni angolo del pianeta. Possiamo ancora fare in modo che il destino dei nostri cibi sia diverso da quello dei vestiti, delle scarpe o dei pupazzi di peluche? 

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di Gustavo Duch

Sono stato invitato a partecipare ad un dibattito con il seguente titolo: “In futuro, cosa mangeremo?“.

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