Tag Archives: omeopatia

Lettera aperta: introduzione all’omeopatia

Lettera aperta a tutte le persone in cerca… (leggi qui)

Non è possibile spiegare l’omeopatia in una sola volta e, forse, non sarebbe neanche giusto. L’omeopatia è una scienza di cui bisogna farne esperienza. Appartiene a quel genere di sapere che richiede un cammino. Bisogna mettere da parte la fretta e seguire, come con le stagioni, i ritmi della semina e del raccolto.  Read More

Introduzione dell’omeopatia veterinaria in Gorgona / di Marco Verdone

La Toscana è stata una delle prime regioni in Italia ad aver dedicato una particolare attenzione al diritto alla salute. In particolare si è distinta anche per la pluralità dell’offerta terapeutica presente nel suo territorio, cercando di garantire libertà di scelta e un servizio pubblico che preveda anche le cosiddette Medicine non Convenzionali (MnC) o Medicine Complementari (agopuntura, omeopatia, fitoterapia e medicina manuale). Nell’ambito delle iniziative riguardanti lo studio, la presenza e l’efficacia delle Medicine Complementari, la Regione Toscana ha promosso nel 2001 una serie di progetti di ricerca su questi specifici temi. Uno dei progetti accolti è stato quello inerente all’esperienza d’introduzione della medicina omeopatica veterinaria nella Casa di Reclusione dell’isola di Gorgona.  Read More

Gorgona, un carcere in fattoria / di Marco Verdone

Punta Nord dell’Arcipelago Toscano, Gorgona è rimasta l’ultima isola-carcere italiana dove i detenuti lavorano e sono impiegati nella cura degli animali.

Quando sull’isola era permesso ai detenuti di vivere in piccole abitazioni vicino la posto di lavoro, Omar stava letteralmente dentro stalla.

GORGONA: un carcere in fattoria
Terra Nuova
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Gorgona: un’introduzione

“Gorgona, un’isola ricca, bella in tutto e feconda”

L’isola di Gorgona, con poco più di 200 ettari, è la più piccola e settentrionale delle sette isole dell’Arcipelago Toscano. Posta a 18 miglia dalla costa livornese, presenta un’ampia e inaspettata variabilità ambientale.La sua origine geologica la differenzia dalle altre isole toscane perché la pone in relazione con i processi orogenetici da cui è sorta la catena alpina occidentale. Potremmo quasi pensare a Gorgona come a un pezzo di Alpi in mezzo al mare. Così com’è frastagliata la sua costa e aspri i suoi fondali, altrettanto poco lineare è stata la sua storia, intensa e, per molti versi, travagliata. L’isola testimonia presenze umane sin dal periodo preistorico e sembra che le prime tracce risalgano a circa 3000 – 5000 anni fa. Sono stati poi documentati insediamenti etruschi, romani e una lunga, seppur incostante, presenza monastica (benedettini e certosini). Avamposti militari e incursioni barbaresche hanno contribuito nei secoli a movimentare la vita dell’isola, sottoponendola spesso a periodi di abbandono e di occupazione nonché a cambi di gestione e di indirizzo. Gorgona ospita dal 1869 una Casa di Reclusione ad indirizzo agricolo-zootecnico, un tempo definitacolonia agricola penale. Sempre intorno agli inizi del 1800 risale anche l’arrivo di alcune famiglie dalla lucchesia che probabilmente si integrarono con nuclei di abitanti preesistenti. Erano gli anni in cui la pesca delle acciughe era un’attività importante per l’isola tanto che nel 1860 ben 600 barche di pescatori toscani, genovesi e napoletani erano impegnate in quest’attività. Angelo Biagio Biamonti ne fu il primo ed entusiasta direttore e dopo pochi anni dal suo arrivo pubblicò un opuscolo2 dove, oltre agli aspetti naturalistici e a varie osservazioni su attività e strutture, annotò che:

“In una Colonia, a preferenza d’ogni altro luogo, sarebbesi con maggior facilità potuto ottenere il rigeneramento morale del condannato”.

Qualche anno dopo l’istituzione della colonia penale un certo Volpini, professore di un istituto tecnico, visitò l’isola restituendoci poi una preziosa immagine di quello che vide:

“Vi è una concia di pelli, la quale basta per il consumo dei 310 detenuti e presto aprirà una via anche all’esportazione; si fabbrica il sapone, che supplisce ai non piccoli bisogni della Colonia; quivi si fabbricano cappelli di paglia e anche di lana tosata da un gregge che pascola sopra quei colli; e cappelli pure di pelo di coniglio, che vive e si riproduce in abbondanza in una ben intesa conigliera. Fu utilizzata una pietra atta a far buona calcina, come pure una terra per far mattoni e altri oggetti laterizi, le quali cose ognun conosce quanto vantaggio arrechino a stabilimenti di quest genere. Tutto insomma che può abbisognare agli abitanti della Colonia, ivi si fabbrica, si perfeziona ancora, e se ne ritrae utilità e comodo incalcolabile. La macellazione del bestiame, la pollicultura, l’allevamento dei bovi, delle pecore, delle capre, e degli animali suini rendono la Colonia quasi indipendente da ogni altro luogo per le sue industrie e prodotti, e la fanno, e tanto più la faranno in un prossimo avvenire ricca, bella in tutto e feconda.”

Lavorare, imparare e guadagnare 

Oggi, come in passato, a tutti i detenuti di Gorgona è garantito un lavoro remunerato e uno speciale regime di libertà di movimento. Le persone che chiedono di essere trasferite sull’isola devono soddisfare particolari caratteristiche inerenti la tipologia del reato, la definitività della pena e il relativo residuo, il percorso trattamentale già intrapreso, la buona condotta, la capacità lavorativa e lo stato di salute. In un’area dell’isola, dai confini non ben definiti e chiamata Agricola sono allevati tutti i principali animali domestici: bovini da latte, pecore capre, maiali, conigli, cavalli, volatili vari e api. Dal 1993 gli animali sono curati con la medicina omeopatica che ha dimostrato anche in questa realtà i molti vantaggi che può offrire sia in termini curativi che di tutela ambientale, di risparmio economico e di qualità delle relazioni.

Sull’isola è presente anche un caseificio e una macelleria. Si coltivano ortaggi e frutta per il consumo interno e, seppur in modo non sistematico, piante aromatiche e officinali (come l’aloe). Una cantina modernamente attrezzata produce vino proveniente da una vigna impiantata in tempi recenti. Un bell’anfiteatro a terrazzamenti è occupato da un antico oliveto e quasi un migliaio di piante più giovani è distribuito invece in altre parti dell’isola. Da pochi anni è presente anche un frantoio per le olive. Dal 2001 è attivo un impianto di laboratorio di biologia marina e acquacoltura. Molte altre attività garantiscono autonomia e contribuiscono alla formazione lavorativa delle persone (officina meccanica, edilizia, falegnameria, panificio, impiantistica idraulica ed elettrica pesca, etc.).

Ogni specie animale è affidata ad uno o più detenuti che si occupano di ogni loro primaria necessità. C’è poi chi si dedica all’orto, al mulino, al caseificio, al macello, agli olivi, alla cantina, ai trattori e così via. Tutto questo gruppo di detenuti è seguito e controllato dagli agenti dell’Agricola. Nonostante “su all’Agricola”, come si dice, si producano tante cose e i prodotti sono in genere molto apprezzati e richiesti, le finalità dell’isola non sono in primo luogo produttive ma trattamentali e riabilitative. I detenuti hanno la possibilità di lavorare e di imparare anche nuovi mestieri. Le giornate si svolgono spesso all’aria aperta e, in generale, la qualità della vita è molto alta rispetto agli standard delle carceri chiusi.

A fronte di questi vantaggi esiste il problema della distanza dalle famiglie e della difficoltà dei collegamenti. I detenuti possono svolgere un colloquio settimanale con i parenti che possono accedere all’isola utilizzando il traghetto di linea. Dal 1998 Gorgona è inserita nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e ne rappresenta una preziosa risorsa ancora non completamente valorizzata. Quindi l’anima di Gorgona si arricchisce e appare come isola fisica, carcere, azienda agricola e parco. Anche per questo motivo e per molti anni Gorgona è stata visitata regolarmente con delle gite organizzate che la raggiungevano attraverso la nave del martedì. I visitatori erano accompagnati dalle guide della Cooperativa Parco Naturale Isola di Gorgona e scortate da un agente. Grazie a questa possibilità migliaia di persone (adulti e ragazzi) hanno potuto conoscere l’isola e trovare concentrati in un’unica realtà, oltre agli aspetti storico-naturalistici, anche quelli produttivi e sociali. Una straordinaria opportunità che nessuno avrebbe più dimenticato.

Sguardi lontani

È interessante segnalare che dall’altro capo del mondo, nell’oceano pacifico colombiano, esiste un’altra isola chiamata Gorgona e che ne ha condiviso, oltre al nome, anche la vocazione. Infatti, nel 1959 Rojas Pinillas, dittatore colombiano, dichiarò la Isla Gorgona carcere di massima sicurezza. Ha una superficie di 50 mila ettari con una foresta rigogliosa e con un alto grado di biodiversità. Nel 1983 è diventata anch’essa Parco Nazionale. Guardando, infine, verso la terraferma osserviamo che la nostra Gorgona appartiene ad una regione, la Toscana, che tra le tante iniziative si distingue anche per due aspetti che in qualche modo si intrecciano alle sue vicende: il sostegno alle

a. politiche di integrazione delle Medicine non Convenzionali/Medicine Complementari (MnC/MC) nell’ambito del Sistema Sanitario Regionale.

b. la creazione di una rete di Agricoltura Sociale promossa dall’ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-Forestale) in collaborazione con l’Università di Pisa, le organizzazioni di categoria e le associazioni dei produttori biologici toscani.

Alcuni segnali incoraggianti, ci indicano che Medicine Non Convenzionali Agricoltura Sociale possono essere importanti elementi di attivazione di percorsi di inclusione sociale per i detenuti di Gorgona e una traccia di lavoro anche per altre realtà. L’anima di Gorgona osserva con interesse il mondo che la circonda e si affida al lento respiro del mare per mettersi in comunicazione con tutte le persone di buona volontà.

(Tratto dal libro di Marco Verdone: IL RESPIRO DI GORGONA – Storie di uomini, animali e omeopatia nell’ultima isola carcere italiana – Libreria Editrice Fiorentina – Firenze, 2008)

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NOTA: Bisogna aggiungere che oggi sono cambiati diversi aspetti dell’isola anche in seguito ad alcuni episodi traumatici che si sono verificati in Gorgona nel 2004. Anche la stessa gestione delle produzioni agro-zootecniche è mutata cercando di aderire maggiormente ad alcuni criteri normativi, di sostenibilità, di razionalità e di etica (vedi anche le altre sezioni).

Gorgona, il carcere sostenibile / di Ilaria Sesana

Detenuti al lavoro nei campi o in fattoria, una realtà unica in Italia.

REPORTAGE di Ilaria Sesana (Avvenire, 10 settembre 2011) (…leggi tutto)

Si producono olio e vino biologici e gli animali vengono curati con rimedi omeopatici.
Tutti i prodotti sono trasformati sull’isola.  Read More

Gorgona costa troppo: il miracolo può svanire / di Paolo Virzì

Il diario del regista in viaggio sull’isola-carcere. “Un detenuto mi fa da guida, dice che siamo stati ragazzi insieme”. “C’è un veterinario entusiasta: mi ha presentato ogni mucca…”. “Capisco che stare qui non è una vacanza, ma sento l’energia della volontà di riscatto”.

Il Tirreno, 21.08.2011 (…leggi tutto)

 

Giornata Mondiale dell’Omeopatia in Gorgona 2011

Celebrata sull’isola di Gorgona la Giornata Mondiale dell’Omeopatia (GMO: 9-10 aprile 2011)

Giornata Mondiale dell’Omeopatia (iniziativa promossa annualmente dalla Liga Medicorum Homeopatica Internationalis, un’organizzazione creata a Rotterdam nel 1925 e presente in oltre 60 Paesi nel mondo) è stata realizzata anche in un luogo insolito come la Casa di Reclusione dell’isola di Gorgona (LI). GMO Gorgona_Notiziario MC_maggio 2011 (…continua a leggere il pdf).

Giornata Mondiale dell’Omeopatia in Gorgona 2010

In occasione della Giornata Mondiale dell’Omeopatia 2010 la Scuola di Omeopatia Classica “M. Garlasco” di Firenze anche quest’anno svolgerà un seminario di formazione continua nella Casa di Reclusione dell’isola di Gorgona (LI). (Giornata Omeopatia Gorgona 2010.pdf)
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Il respiro di Gorgona / Radici n. 45 – 2009

di Marco Verdone

Ritornando la sera da Gorgona e osservando la sagoma malinconica che si allontana gradualmente dalla motovedetta che ci riporta a Livorno, penso sempre alla varia umanità che lascio sull’isola. E insieme ad essa ai numerosi animali che ho in cura da vent’anni. (…leggi tutto)

Il Progetto Gorgona all’Agrifiera di Pontasserchio

La riabilitazione dei detenuti attraverso gli animali.
Intervista al Dr. Verdone nell’ambito dell’Agrifiera di Pontasserchio (PI) 2009.

Gorgona, punta nord dell’Arcipelago Toscano, è due volte isola: isola geografica e isola carcere. Gorgona è rimasta l’ultima isola-carcere italiana dove i detenuti lavorano e sono impiegati nella cura degli animali.  Esempio di piena attuazione dell’art. 27 della Costituzione Italiana che prevede il recupero e la riabilitazione dei carcerati e non la loro repressione. Le storie e riflessioni sono raccolte in un libro (pubblicato da Libreria Editrice Fiorentina, Firenze) e aprono una finestra su un mondo poco accessibile , valorizzando l’esperienza di quest’isola che, oltre a essere di straordinaria bellezza, offre una carcerazione di alta qualità. Se dal carcere devono uscire persone rigenerate, Gorgona sicuramente ha le caratteristiche per soddisfare questo compito. Un tributo verso gli animali, curati con la medicina omeopatica, che in silenzio e con sacrificio aiutano tutti noi a essere migliori.
Intervista, a cura di Viliana Trombetta (Narada Press), al Medico Veterinario Omeopata Dr. Marco Verdone (CLICCA QUI PER ASCOLTARE)

In memoria di Paolo Tambini

Sembra irreale parlare al passato di una persona che consideri ancora presente. Questo 2008 è stato molto pesante e all’ultimo ci ha sferzato un colpo di coda sottraendoci anche Paolo Tambini, un caro amico, un grande medico veterinario, un consolidato omeopata, un uomo di grande disponibilità e sensibilità. Ucciso da una fucilata di un uomo che definiamo “cacciatore” che proprio oggi apprendiamo si è costituito ammettendo di aver sparato per sbaglio.

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Animali, Uomini, Natura e Omeopatia nell’isola di Gorgona: racconto di un viaggio

Racconto di un viaggio

a cura della
Dott.ssa Carla De Benedictis

 

 

 


Viaggio
 nella colonia penale di Gorgona Conobbi il collega veterinario omeopata al congresso nel 2006 quando presentò un bellissimo lavoro frutto di anni trascorsi nella comunità Saharawi, nel deserto del Sahara. Un popolo di rifugiati che da più di 30 anni sono accampati e quasi ignorati dagli organismi internazionali, nell’inospitale deserto del Sahara algerino. (www.fiamo.it Omeopatia nel popolo del Saharawi ). Dopo la proiezione del video piangevamo tutti, tanta era stata l’intensità e il messaggio trasmesso.

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