Tag Archives: Gorgona

Gorgona, un carcere “aperto” dalla forte impronta rurale / di Alfonso Pascale

Nella più piccola isola dell’Arcipelago Toscano, 65 detenuti si occupano di agricoltura e allevamento. Gestiscono un caseificio, un mulino per mangimi animali, un frantoio oleario e una cantina. Le riflessioni di Alfonso Pascale a partire dal libro di Marco Verdone.

di Alfonso Pascale
http://www.alfonsopascale.it
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Un respiro inconsueto

di Alberto Badolati 
(Il Medico Omeopata, n.43, 2010)

E’ da poco uscito per i tipi della Libreria Editrice Fiorentina un libro inconsueto, “Il respiro di Gorgona”, scritto da Marco Verdone, il medico veterinario omeopata che si occupa dal 1989 della cura degli animali, e non solo, nell’ultima isola-carcere del nostro Paese; un libro inconsueto per più motivi. Read More

Gorgona in 5 poster

Nel 2009 sono stati realizzati 5 poster informativi sulle attività relative alla Casa di Reclusione di Gorgona.

Questo materiale è stato utile in varie occasioni (Terra Futura, Agrifiera di Pontasserchio, convegni, ecc. ) e oggi è esposto nella bella terrazza di Gorgona.

 
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Mine Vaganti in prigione (Radio24)

In studio per l’ultima puntata c’è Paolo Massenzi, una mina vagante che ha deciso di lasciare il lavoro, salire su di un camper e girare per le carceri italiane alla ricerca delle creazioni e delle idee prodotte in carcere per promuoverle, scoprendo un mondo pieno di iniziative intelligenti e di qualità.

In carcere troviamo di tutto, anche i veterinari. Marco Verdone è il veterinario del carcere di Gorgona, e sull’isola che ospita la prigione ha incontrato tante storie di persone ed anche di animali, tante da scriversi un libro: Il respiro di Gorgona – storie di uomini, animali e omeopatia nell’ultima isola carcere italiana. Ed. Libreria editrice fiorentina.
Mine vaganti in prigione – Radio24 con Federico Taddia (21.08.2011) (riascolta la puntata)  Read More

Gea’s adventures

Gea è un piccolo essere setoloso dotato di grugno e di una coda a ricciolo.

E’ rosa, urla quanto un diavolo e mangia come un’idrovora. Poi dorme come un sasso e infine ricomincia.

E’ una maialina che diventerà una scrofa destinata, per motivi in parte noti e in parte misteriosi, a non morire in un macello ma a far parte della comunità di ondamica.  Read More

Introduzione dell’omeopatia veterinaria in Gorgona / di Marco Verdone

La Toscana è stata una delle prime regioni in Italia ad aver dedicato una particolare attenzione al diritto alla salute. In particolare si è distinta anche per la pluralità dell’offerta terapeutica presente nel suo territorio, cercando di garantire libertà di scelta e un servizio pubblico che preveda anche le cosiddette Medicine non Convenzionali (MnC) o Medicine Complementari (agopuntura, omeopatia, fitoterapia e medicina manuale). Nell’ambito delle iniziative riguardanti lo studio, la presenza e l’efficacia delle Medicine Complementari, la Regione Toscana ha promosso nel 2001 una serie di progetti di ricerca su questi specifici temi. Uno dei progetti accolti è stato quello inerente all’esperienza d’introduzione della medicina omeopatica veterinaria nella Casa di Reclusione dell’isola di Gorgona.  Read More

Gorgona, un carcere in fattoria / di Marco Verdone

Punta Nord dell’Arcipelago Toscano, Gorgona è rimasta l’ultima isola-carcere italiana dove i detenuti lavorano e sono impiegati nella cura degli animali.

Quando sull’isola era permesso ai detenuti di vivere in piccole abitazioni vicino la posto di lavoro, Omar stava letteralmente dentro stalla.

GORGONA: un carcere in fattoria
Terra Nuova
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Gorgona: un’introduzione

“Gorgona, un’isola ricca, bella in tutto e feconda”

L’isola di Gorgona, con poco più di 200 ettari, è la più piccola e settentrionale delle sette isole dell’Arcipelago Toscano. Posta a 18 miglia dalla costa livornese, presenta un’ampia e inaspettata variabilità ambientale.La sua origine geologica la differenzia dalle altre isole toscane perché la pone in relazione con i processi orogenetici da cui è sorta la catena alpina occidentale. Potremmo quasi pensare a Gorgona come a un pezzo di Alpi in mezzo al mare. Così com’è frastagliata la sua costa e aspri i suoi fondali, altrettanto poco lineare è stata la sua storia, intensa e, per molti versi, travagliata. L’isola testimonia presenze umane sin dal periodo preistorico e sembra che le prime tracce risalgano a circa 3000 – 5000 anni fa. Sono stati poi documentati insediamenti etruschi, romani e una lunga, seppur incostante, presenza monastica (benedettini e certosini). Avamposti militari e incursioni barbaresche hanno contribuito nei secoli a movimentare la vita dell’isola, sottoponendola spesso a periodi di abbandono e di occupazione nonché a cambi di gestione e di indirizzo. Gorgona ospita dal 1869 una Casa di Reclusione ad indirizzo agricolo-zootecnico, un tempo definitacolonia agricola penale. Sempre intorno agli inizi del 1800 risale anche l’arrivo di alcune famiglie dalla lucchesia che probabilmente si integrarono con nuclei di abitanti preesistenti. Erano gli anni in cui la pesca delle acciughe era un’attività importante per l’isola tanto che nel 1860 ben 600 barche di pescatori toscani, genovesi e napoletani erano impegnate in quest’attività. Angelo Biagio Biamonti ne fu il primo ed entusiasta direttore e dopo pochi anni dal suo arrivo pubblicò un opuscolo2 dove, oltre agli aspetti naturalistici e a varie osservazioni su attività e strutture, annotò che:

“In una Colonia, a preferenza d’ogni altro luogo, sarebbesi con maggior facilità potuto ottenere il rigeneramento morale del condannato”.

Qualche anno dopo l’istituzione della colonia penale un certo Volpini, professore di un istituto tecnico, visitò l’isola restituendoci poi una preziosa immagine di quello che vide:

“Vi è una concia di pelli, la quale basta per il consumo dei 310 detenuti e presto aprirà una via anche all’esportazione; si fabbrica il sapone, che supplisce ai non piccoli bisogni della Colonia; quivi si fabbricano cappelli di paglia e anche di lana tosata da un gregge che pascola sopra quei colli; e cappelli pure di pelo di coniglio, che vive e si riproduce in abbondanza in una ben intesa conigliera. Fu utilizzata una pietra atta a far buona calcina, come pure una terra per far mattoni e altri oggetti laterizi, le quali cose ognun conosce quanto vantaggio arrechino a stabilimenti di quest genere. Tutto insomma che può abbisognare agli abitanti della Colonia, ivi si fabbrica, si perfeziona ancora, e se ne ritrae utilità e comodo incalcolabile. La macellazione del bestiame, la pollicultura, l’allevamento dei bovi, delle pecore, delle capre, e degli animali suini rendono la Colonia quasi indipendente da ogni altro luogo per le sue industrie e prodotti, e la fanno, e tanto più la faranno in un prossimo avvenire ricca, bella in tutto e feconda.”

Lavorare, imparare e guadagnare 

Oggi, come in passato, a tutti i detenuti di Gorgona è garantito un lavoro remunerato e uno speciale regime di libertà di movimento. Le persone che chiedono di essere trasferite sull’isola devono soddisfare particolari caratteristiche inerenti la tipologia del reato, la definitività della pena e il relativo residuo, il percorso trattamentale già intrapreso, la buona condotta, la capacità lavorativa e lo stato di salute. In un’area dell’isola, dai confini non ben definiti e chiamata Agricola sono allevati tutti i principali animali domestici: bovini da latte, pecore capre, maiali, conigli, cavalli, volatili vari e api. Dal 1993 gli animali sono curati con la medicina omeopatica che ha dimostrato anche in questa realtà i molti vantaggi che può offrire sia in termini curativi che di tutela ambientale, di risparmio economico e di qualità delle relazioni.

Sull’isola è presente anche un caseificio e una macelleria. Si coltivano ortaggi e frutta per il consumo interno e, seppur in modo non sistematico, piante aromatiche e officinali (come l’aloe). Una cantina modernamente attrezzata produce vino proveniente da una vigna impiantata in tempi recenti. Un bell’anfiteatro a terrazzamenti è occupato da un antico oliveto e quasi un migliaio di piante più giovani è distribuito invece in altre parti dell’isola. Da pochi anni è presente anche un frantoio per le olive. Dal 2001 è attivo un impianto di laboratorio di biologia marina e acquacoltura. Molte altre attività garantiscono autonomia e contribuiscono alla formazione lavorativa delle persone (officina meccanica, edilizia, falegnameria, panificio, impiantistica idraulica ed elettrica pesca, etc.).

Ogni specie animale è affidata ad uno o più detenuti che si occupano di ogni loro primaria necessità. C’è poi chi si dedica all’orto, al mulino, al caseificio, al macello, agli olivi, alla cantina, ai trattori e così via. Tutto questo gruppo di detenuti è seguito e controllato dagli agenti dell’Agricola. Nonostante “su all’Agricola”, come si dice, si producano tante cose e i prodotti sono in genere molto apprezzati e richiesti, le finalità dell’isola non sono in primo luogo produttive ma trattamentali e riabilitative. I detenuti hanno la possibilità di lavorare e di imparare anche nuovi mestieri. Le giornate si svolgono spesso all’aria aperta e, in generale, la qualità della vita è molto alta rispetto agli standard delle carceri chiusi.

A fronte di questi vantaggi esiste il problema della distanza dalle famiglie e della difficoltà dei collegamenti. I detenuti possono svolgere un colloquio settimanale con i parenti che possono accedere all’isola utilizzando il traghetto di linea. Dal 1998 Gorgona è inserita nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e ne rappresenta una preziosa risorsa ancora non completamente valorizzata. Quindi l’anima di Gorgona si arricchisce e appare come isola fisica, carcere, azienda agricola e parco. Anche per questo motivo e per molti anni Gorgona è stata visitata regolarmente con delle gite organizzate che la raggiungevano attraverso la nave del martedì. I visitatori erano accompagnati dalle guide della Cooperativa Parco Naturale Isola di Gorgona e scortate da un agente. Grazie a questa possibilità migliaia di persone (adulti e ragazzi) hanno potuto conoscere l’isola e trovare concentrati in un’unica realtà, oltre agli aspetti storico-naturalistici, anche quelli produttivi e sociali. Una straordinaria opportunità che nessuno avrebbe più dimenticato.

Sguardi lontani

È interessante segnalare che dall’altro capo del mondo, nell’oceano pacifico colombiano, esiste un’altra isola chiamata Gorgona e che ne ha condiviso, oltre al nome, anche la vocazione. Infatti, nel 1959 Rojas Pinillas, dittatore colombiano, dichiarò la Isla Gorgona carcere di massima sicurezza. Ha una superficie di 50 mila ettari con una foresta rigogliosa e con un alto grado di biodiversità. Nel 1983 è diventata anch’essa Parco Nazionale. Guardando, infine, verso la terraferma osserviamo che la nostra Gorgona appartiene ad una regione, la Toscana, che tra le tante iniziative si distingue anche per due aspetti che in qualche modo si intrecciano alle sue vicende: il sostegno alle

a. politiche di integrazione delle Medicine non Convenzionali/Medicine Complementari (MnC/MC) nell’ambito del Sistema Sanitario Regionale.

b. la creazione di una rete di Agricoltura Sociale promossa dall’ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-Forestale) in collaborazione con l’Università di Pisa, le organizzazioni di categoria e le associazioni dei produttori biologici toscani.

Alcuni segnali incoraggianti, ci indicano che Medicine Non Convenzionali Agricoltura Sociale possono essere importanti elementi di attivazione di percorsi di inclusione sociale per i detenuti di Gorgona e una traccia di lavoro anche per altre realtà. L’anima di Gorgona osserva con interesse il mondo che la circonda e si affida al lento respiro del mare per mettersi in comunicazione con tutte le persone di buona volontà.

(Tratto dal libro di Marco Verdone: IL RESPIRO DI GORGONA – Storie di uomini, animali e omeopatia nell’ultima isola carcere italiana – Libreria Editrice Fiorentina – Firenze, 2008)

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NOTA: Bisogna aggiungere che oggi sono cambiati diversi aspetti dell’isola anche in seguito ad alcuni episodi traumatici che si sono verificati in Gorgona nel 2004. Anche la stessa gestione delle produzioni agro-zootecniche è mutata cercando di aderire maggiormente ad alcuni criteri normativi, di sostenibilità, di razionalità e di etica (vedi anche le altre sezioni).

Gorgona, il carcere sostenibile / di Ilaria Sesana

Detenuti al lavoro nei campi o in fattoria, una realtà unica in Italia.

REPORTAGE di Ilaria Sesana (Avvenire, 10 settembre 2011) (…leggi tutto)

Si producono olio e vino biologici e gli animali vengono curati con rimedi omeopatici.
Tutti i prodotti sono trasformati sull’isola.  Read More

Gorgona costa troppo: il miracolo può svanire / di Paolo Virzì

Il diario del regista in viaggio sull’isola-carcere. “Un detenuto mi fa da guida, dice che siamo stati ragazzi insieme”. “C’è un veterinario entusiasta: mi ha presentato ogni mucca…”. “Capisco che stare qui non è una vacanza, ma sento l’energia della volontà di riscatto”.

Il Tirreno, 21.08.2011 (…leggi tutto)

 

Consiglio di Zona dell’isola di Gorgona – Comunicato stampa (30.07.2011)

Comune di Livorno
Consiglio di ZonaIsola di Gorgona

– Comunicato stampa – 
(Versione Pdf)

Con la presente si desidera comunicare che in data 28 maggio 2011 è stato costituito il Consiglio di Zona dell’Isola di Gorgona (Circoscrizione 2 del Comune di Livorno). Sono stati eletti i seguenti 5 consiglieri: Ada Mastrangelo (coordinatrice), Alessandro Aureli, Marco Verdone, Vincenzo Simone, Nicola Di Batte.

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La ragazza sull’albero e lo sbarco a Gorgona / di Simona Ghinassi

Dalle sequoie californiane agli olivi di Gorgona…
Julia Butterfly Hill racconta la sua 
storia e le sue lotte ambientaliste contro l’abbattimento degli alberi ai detenuti e alla popolazione residente della più piccola isola dell’Arcipelago Toscano.
Come spesso accade le storie più incredibili si legano a doppio filo con i luoghi più insospettabili. Nella giornata di ieri, l’isola di Gorgona, ha accolto una visitatrice molto speciale, Julia Butterfly Hill, la giovane ambientalista americana passata agli onori della cronaca mondiale per aver difeso dall’abbattimento una sequoia millenaria in California, battezzata Luna, rimanendo abbarbicata su una piattaforma costruita tra i suoi rami a 60 metri da terra per oltre due anni.

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