di Alberto Badolati
(Il Medico Omeopata, n.43, 2010)
E’ da poco uscito per i tipi della Libreria Editrice Fiorentina un libro inconsueto, “Il respiro di Gorgona”, scritto da Marco Verdone, il medico veterinario omeopata che si occupa dal 1989 della cura degli animali, e non solo, nell’ultima isola-carcere del nostro Paese; un libro inconsueto per più motivi. Primo di tutti per la difficoltà a classificarlo in un genere letterario, frammisto come è di narrativa, saggistica e poesia, tanta poesia. “Ciò che si vede deriva da ciò che non si vede.” E’ questa la chiave di lettura non solo di questa opera, ma anche dell’intero stile di vita di Marco Verdone; questa frase, ripetuta nel libro così come in altri scritti del veterinario di Gorgona, induce il lettore a cercare fra le righe dell’ultimo lavoro di Marco il vero “respiro” dell’isola toscana, la più remota sia fisicamente che concettualmente. Le parole narrano, illustrano, definiscono, esprimono non solo esperienze e dottrine mediche, ma anche, e soprattutto, stati d’animo e sensazioni dai quali emerge, libero e innocente, il sentimento più puro, l’amore. Un amore incondizionato non solo per il proprio lavoro ma per ogni essere vivente, sia esso uomo o animale o pianta. Ma anche acqua o vento, oppure roccia: quella roccia incredibile in mezzo al mare, simbolo di contrasti, di pacificazione, di riscatto.
C’è una ricerca di armonia in tutto ciò che non si vede, e il lettore resta affascinato e incuriosito: esiste un modo per vedere l’invisibile? Sì che esiste! L’isola, nel cuore dell’Autore e pian piano negli occhi del lettore, si trasforma in un mondo ideale. Anche i carcerati, o soprattutto essi stessi, divengono uomini nuovi proprio perché tasselli di un modo di vivere che induce alla sospensione di ogni giudizio e alla ricerca ostinata di collaborazione. C’è un fine comune a tutto l’ambiente: uomini, animali, piante, natura circostante lo richiedono! Ci sono continue difficoltà da superare, qui, nell’isola: difficoltà esterne contingenti e scogli interiori ben più grandi di quelli che si affacciano su di un mare trasparente profondo e imprevedibile come l’animo umano. Ci sono anche racconti dolcissimi che sembrano d’altri tempi per via di quel ritmo di vita scandito dalle onde, dal sorgere e tramontare del sole, dal rincorrersi delle stagioni. Racconti che profumano di cose antiche, che riportano alla mente il mondo rurale descritto dal Fucini per la semplicità e le piccole gioie che Verdone accarezza quotidianamente. E’ un libro che induce a riflettere ed a rivedere certi comportamenti e modi di pensare comuni su molte cose, dai rapporti con le persone a quelli più intimi con noi stessi. E’ un libro che lascia un segno nella nostra anima e, credo, indurrà chi non l’ha fatto a visitare l’isola per toccare con mano una realtà che per certi versi pare utopia.