Giustizia: i cani… e i loro padroni detenuti

Il legame che si viene a creare tra un cane e il suo padrone affonda le sue radici nella storia evolutiva stessa delle due specie, una coevoluzione che ha portato entrambi verso una vita insieme.

Il cane rimane fedele al suo padrone anche nelle situazioni più complesse, anche se il suo padrone si macchia di crimini e cattiverie. Ed è per questo che non bisogna sottovalutare l’impatto che può avere su questi animali il distacco improvviso dal proprio padrone. Un problema piuttosto complesso da affrontare, soprattutto se l’allontanamento è necessario come nel caso degli uomini e delle donne che vengono arrestati e portati in carcere a causa dei reati commessi. Che cosa succede ai loro cani? Chi si prende cura di loro? Nella maggior parte dei casi i cani subiscono uno stress pari a quello dell’abbandono non vedendo più il proprio compagno di vita da un momento all’altro.
Ed è per questo che in alcuni casi è stato permesso ai cani di varcare la soglia dei penitenziari per poter incontrare i propri padroni. È successo lo scorso agosto a Verona, dove il direttore del carcere Antonio Fullone ha permesso alla meticcia Briciola e al pastore tedesco Shony di incontrare i propri padroni in un giardino all’aperto nel perimetro dell’istituto penitenziario. Un incontro di pochi minuti, ma fortemente richiesto sia dai due detenuti che dai veterinari dei cani che ne avevano accertato l’evidente stato di disagio e depressione.
Altro episodio simile è avvenuto nel carcere di Pontedecimo dove la direttrice Maria Milano ha permesso ad una detenuta di incontrare il suo pechinese Kim nel giardino del carcere. Secondo il direttore del carcere questi incontri sono importanti perché permettono di aumentare il senso di responsabilità e di migliorare il modo di relazionarsi con gli altri.
Pochi giorni fa è stato presentato un disegno di legge dai senatori Marco Perduca e Donatella Poretti che permetterebbe l’incontro dei detenuti e dei propri cani in carcere, delegando ai direttori delle strutture la possibilità di decidere il numero e il tipo di incontri. La proposta prevede la modifica della legge 26 Luglio 1975, numero 354 “Norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della libertà”. Solo i detenuti che risulteranno i reali padroni dei cani, registrati adeguatamente all’anagrafe canina, potranno incontrare i propri amici a quattro zampe.
Anna Scandurra
http://animali.bloglive.it/i-cani-e-i-loro-padroni-detenuti-2751.html 

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