Il Cannocchiale di Galileo
Critica della teologia economica
Pamphlet dedicato alle nuove generazioni di Homo sapiens
di Aldo Sottofattori
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Presentazione
Il pamphlet costituisce la risposta al seguente enigma: per quale motivo ogni sforzo di soluzione dei problemi che attanagliano l’umanità è oggi destinato a completo fallimento? Considerando che la Terra sta diventando la casa sempre più stretta di una popolazione in crescita, la somma dei grandi problemi non risolti prefigura, entro tempi brevissimi, la più grande catastrofe della Storia e la rovina, prima ancora che dei nostri lontani discendenti, dei nostri figli e nipoti. Paradossalmente ciò accade quando l’umanità si trova a disporre di mezzi e possibilità mai possedute nel passato.
Il problema si presenta insolubile all’interno della logica che la specie umana ha posto alla base della sua evoluzione sociale e culturale: la centralità di se stessa rispetto a una natura concepita come banale insieme di quinte teatrali. Tale “centralità” ha indotto la nostra specie a immaginare di potersi elevare sopra della natura in un processo di manipolazione senza fine della materia inerte e degli altri esseri viventi. L’antropocentrismo, perché di questo si tratta, è una visione così radicata nella specie che tutti i modelli di intervento della “triste scienza”, da quelli dominanti a quelli alternativi, ne sono stati condizionati rimanendo prigionieri entro una specie di castello incantato privo di finestre verso l’esterno. Per indicare questo comune limite di visioni pur tra loro contrastanti, ho assegnato al lavoro il sottotitolo “Critica delle teologie economiche”.
La blindatura dell’umanità dentro il “castello incantato” è così inalterabile che a tutt’oggi sembra disperata la possibilità di fuoriuscirne, soprattutto prima che i processi diventino irreversibili e travolgenti. “Il Cannocchiale di Galileo”, che assume il titolo-allegoria dello strumento per “osservare” la realtà del nostro tempo (quella realtà che le élite conservatrici si rifiutano di accettare), si pone l’obiettivo di denudare una realtà a tutt’oggi oscurata da una cultura che, per rimanere in tema, potremmo chiamare “tolemaica”. Il testo è nato nel seno dell’unico ambiente che poteva generarlo: la critica dello specismo, cioè quell’ambito che, nel lungo percorso della civilizzazione, è riuscito, recentemente e per la prima volta, a porsi sistematicamente fuori dalla solitudine umana scoprendo nell’alterità delle forme di vita, prima un’etica allargata a tutto il vivente, poi la chiave per la sopravvivenza della nostra specie.
Il “Cannocchiale” non fornisce soluzioni. Indica solo alcuni faticosi passaggi che dovranno necessariamente e velocemente entrare nell’agenda di un potere diffuso e rinnovato se si vorrà dare un senso reale alla parola “umanità”. Nel passato ogni atto umano rilevante poteva scegliere tra soluzioni alternative. Oggi la lettura di fatti incontestabili traccia la via che non ammette deviazioni. L’alternativa è il baratro.
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