Ex colorificio liberato di Pisa / comunicati stampa e documenti vari

Car*,
il giorno dello sgombero del Municipio dei Beni Comuni si avvicina. Continuano le adesioni ed i sostegni, non ultimi quelli del Laboratorio Urbano Reset di Roma e del circolo di Legambiente Pisa.
Ci sarà bisogno di persone, quel giorno, che presidino fisicamente l’ex Colorificio liberato, ma c’è assolutamente bisogno di creare anche una rete comunicativa efficace, coinvolgendo tutti, amici vicine e lontani, perchè quel momento sia reso pubblico, trasparente e comunicabile.


Faremo la diretta streaming (per quanto possibile) dalla webradio, useremo i social (Twitter e facebook soprattutto) per creare un’onda comunicativa che ci aiuti a spiegare quello che sta succedendo, così come le motivazioni che hano portato una rete così ampia e ricca come il Municipio dei Beni Comuni ad occupare e gestire uno spazio dismesso come l’ex Colorificio.

Il ruolo di tutti sarà fondamentale, soprattutto di chi ci aiuterà a ritwittare in tempo reale ed a linkare sul proprio profilo e sui propri siti la diretta web e le notizie che vi manderemo

E’ importante, per ultimo, che condividiate questo messaggio sulle vostre reti ed ai vostri contatti, per aumentare in modo esponenziale le possibilità di diffusione delle comunicazioni

Un abbraccio e grazie

Alberto
gruppo comunicazione dell’ex Colorificio Liberato

Nome della campagna
Io condivido un sogno

Siti internet da linkare:
Progetto Rebeldia (con tutti gli aggiornamenti): www.rebeldia.net
Radio Roarr (con le dirette streaming): http://www.radioroarr.org/
Comune-info (con varia documentazione ed aggiornamenti): http://comune-info.net

Video da linkare e diffondere:
I Gas in difesa dell’ex Colorificio: http://www.youtube.com/watch?v=P8ysLTBIgDo&feature=youtu.be
Intervista a David Harvey: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=t2H–dPo9nw
La street parade: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ObYtD6PHRMw

Facebook
Profilo Municipio
https://www.facebook.com/pages/Municipio-dei-Beni-Comuni/151052105036714?fref=ts

Foto da condividere
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Indirizzi di riferimento da seguire
@RadioRoarr
@Alberto_Zoratti

Hashtag da inserire nei tweet:
#unsogno
#excolorificio

DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE ALTROTIRRENO
LO SGOMBERO DELL’EX COLORIFICIO TOSCANO E’ UN’OCCASIONE PERSA PER LA CITTA’

Il Distretto di Economia Solidale Altrotirreno, aderente al Municipio dei Beni Comuni, esprime tutta la sua preoccupazione per gli sviluppi che sta avendo la situazione dell’ex Colorificio liberato e che vede un sgombero imminente ed un’esperienza sociale di altissimo livello ridotta a mera questione di ordine pubblico e di ripristino della legalità. I 14mila metri quadrati occupati dal Municipio dei Beni Comuni hanno voluto mettere al centro questioni che vanno bel aldilà della semplice creazione di uno spazio di socializzazione. Sottolineano il problema di un’economia di mercato ormai invadente, dove i diritti della proprietà privata di disporre liberamente dei propri beni vengono tutelati indipendentemente dagli impatti reali su ambiente e comunità umane. Nonostante i limiti posti dalla nostra Costituzione, l’eccesso di tutele sulla proprietà privata e la loro graduale espansione a discapito di altri tipi di proprietà (pubblica, demaniale, collettiva) sta gradualmente modificando nel profondo i nostri territori ed anche le basi del nostro vivere civile. I diritti delle persone giuridiche rischiano di essere sempre più considerati prioritari rispetto a quello delle persone fisiche e delle comunità, nel nostro Paese come a Pisa, e lo sgombero dell’ex Colorificio potrebbe essere il primo passo per un’ulteriore speculazione edilizia, ed una nuova colata di cemento, nella zona, considerata la richiesta di variazione di destinazione d’uso dei terreni dove sorge il complesso industriale depositata dalla proprietà al Comune di Pisa alcuni mesi or sono.

Per questo la liberazione dell’ex Colorificio avvenuta grazie al Municipio dei Beni Comuni è stata riconosciuta come legittima da molte personalità di alto valore civile e culturale del nostro Paese. Paolo Maddalena, già vicepresidente della Corte costituzionale, ha sottolineato come l’occupazione dello spazio di via Montelungo prenda legittimità addirittura dagli articoli della Carta costituzionale.

Lo stesso Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, ha dichiarato in una recente intervista al quotidiano Il Tirreno che «pratiche come quella  messa in atto all’ex Colorificio Toscano si collegano a un’idea di cittadinanza che recupera ciò che è lasciato a una colpevole incuria». Un recupero che ha avuto il volto delle varie attività rivolte alla cittadinanza come la palestra di arrampicata, il cineforum, la ciclofficina, il laboratorio di falegnameria, i corsi di lingua, così come delle iniziative legate ad un vivere civile basato su solidarietà, cooperazione e sostenibilità, considerato che l’ex Colorificio è anche sede di un Gas, un Gruppo di Acquisto Solidale, e di un InterGas. Molte delle realtà del Distretto di Economia Solidale hanno partecipato attivamente al recupero dell’ex Colorificio organizzando eventi, mercati contadini, mettendo a disposizione conoscenze, prodotti e competenze.
La svolta improvvisa che hanno preso gli eventi, il rischio di uno sgombero coatto che potrebbe avvenire nei prossimi giorni, la totale assenza dell’Amministrazione nella gestione di una situazione così difficile richiedono una presa di posizione forte e determinata da parte delle realtà e delle persone che si riconoscono in una società più equa, più ecologica e più solidale.

Per questo come Distretto di Economia Solidale Altrotirreno facciamo appello all’Amministrazione locale di Pisa, perchè consideri tutte le opzioni in campo per evitare lo sgombero coatto così come sottolineato dalla mozione votata diversi mesi fa dal Consiglio Comunale, e a tutte le organizzazioni e reti dell’economia solidale perchè facciano sentire la loro vicinanza, fisica e politica, ad un’esperienza come quella dell’ex Colorificio liberato, che ha saputo dimostrare come sia possibile costruire, giorno per giorno, una nuova forma di cittadinanza attiva.

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David Harvey: “Le città ribelli e l’ex-Colorificio”. L’intervista di Radio Roarr

Leggi anche: Lo Stato non serve il bene comune

QUI altri video di RebeldiaChannel

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4 ottobre 2013
Comunicato Laboratorio Urbano Reset Roma a sostegno del Municipio dei Beni Comuni di Pisa

TUTTI I COLORI DEL CAMBIAMENTO

Vivere in città è difficile. Quando la città è Roma e il suo territorio, significa confrontarsi ogni giorno con le… contraddizioni tra diritti e interessi, tra creatività e burocrazia, tra palazzinari e impoveriti, autoritarismo e condivisione. Sognare in una città come questa, è difendere il diritto all’utopia concreta, alla progettazione solidale, a una visione condivisa di convivenza attiva e procreativa, a produrre, consumare, immaginare, raccontare e raccontarsi insieme.
Per farlo, come Laboratorio urbano di riconversione ecologica e solidale abbiamo scelto non soltanto di chiamarci Reset, ma di fare Reset: dopo uno sgombero doloroso e illecito, abbiamo scelto di continuare altrove, per azzerare il sistema e ricominciare insieme. Un’identità in rete in cui il Municipio dei Beni Comuni di Pisa è, per noi, riferimento di una battaglia necessaria sul concetto stesso di proprietà e di bene comune, di privatizzazione e condivisione.
Siamo sempre stati al vostro fianco, partecipando alla vostra riflessione e iniziative, nell’idea che ogni spazio liberato libera diritti e opportunità per tutti, anche per chi non lo immagina o è ostile, per interessi propri e troppo spesso illeciti. Condividiamo, in queste ore di minaccia di sgombero del Colorificio liberato di Pisa, il vostro e nostro sogno di riuscire a far prevalere i diritti delle comunità umane e dell’ambiente su quelli della proprietà privata e della speculazione. Siamo al vostro fianco in una resistenza laboriosa, in una ribellione fatta di mercati non mercati, di cultura, di socialità, di produzione, equi, ecologici, solidali: una politica radicalmente pubblica, che nessuno potrà mai sgombrare. Il vostro sogno è il nostro sogno … se li tessiamo insieme possiamo continuare a respirare libertà.

il Laboratorio Urbano Reset è promosso da : Ass. A Sud, Ass. La Strada, Ass. Nuova Bauhaus, Ass. Reorient, Ass. Solidarius, Energetica soc.coop., FairWatch, Occhio del Riciclone, TERRE coop., Laboratorio Itinerante della decrescita, Cooperativa Capodarco, Coop Equobio, Ciclofficina Nomade Gazometro

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UNA RICHIESTA AL SINDACO DI PISA

Il Municipio dei Beni Comuni chiede al Comune di Pisa di dichiararsi contrario alla variante di destinazione d’uso dei terreni dell’ex-Colorificio per evitare speculazioni edilizie, Nonostante gli appelli e la partecipazione (foto, street parade del 29 settembre), lo sgombero sembra vicino. (Continua a leggere su Comune.info)

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RICHIESTA VARIANTE SUI 14 MILA METRI QUADRATI DELL’EX COLORIFICIO PER SPECULAZIONE IMMOBILIARE

APPELLO DEGLI URBANISTI PER FERMARE LO SGOMBERO
IL MUNICIPIO DEI BENI COMUNI “STOP ALLA VARIANTE. SE CI SGOMBERANO L’AREA RIMARRA’ ABBANDONATA”

La fascia prospiciente al viale delle cascine sarà destinata “a edificazione di residenze private con giardino”. Mentre nella parte retrostante prevista “l’edificazione di un complesso di residenze collettive”, sempre che non venga destinata ad uso turistico ricettivo.
Queste, in breve, le intenzioni della proprietà della J-Colors riportate nella richiesta di variante alla destinazione d’uso dei terreni consegnata al Comune di Pisa il 15 luglio scorso. Investimenti immobiliari  dove attualmente sorge l’Ex Colorificio della J-Colors, 14mila metri quadrati a 150 metri dalla Torre di Pisa, occupato dal Municipio dei Beni Comuni. Un progetto che chiarisce una volta per tutte le intenzioni della proprietà che, anche in una recente intervista, ha fatto riferimento alle sole, eventuali, residenze collettive senza far alcun riferimento alla speculazione immobiliare che nasconderebbe tutta l’operazione.

“Questo terreno e la fabbrica sono considerati solo per una funzione speculativa ed è per questa che la multinazionale la comprò cercando subito di ottenere la variazione d’uso e verificando possibili acquirenti” dichiara il Municipio dei Beni Comuni.
“In gioco c’è il futuro di un pezzo importantissimo della città che collega il Duomo al parco di San Rossore, un’area dove oltre l’ex-Colorificio insistono altri due insediamenti produttivi. La redditività e l’edificabilità sono i soli parametri che muovono la richiesta della proprietà”.
Una questione che ha mobilitato urbanisti del calibro di Enzo Scandurra, Paolo Berdini, Alberto Magnaghi,  Agostino Petrillo, Carlo Cellamare, Tiziana Villani e Giovanni Attili che con in una nota inviata al Municipio dei Beni Comuni sottolineano come in pochi giorni lo sgombero potrebbe mettere fine “ad un’esperienza costruita da tante donne e tanti uomini, che sono riusciti a trasformare un “non luogo” in uno spazio aperto e vivibile”.
“In questi mesi noi firmatari” continuano gli urbanisti “abbiamo salutato con speranza questo tentativo di ridare vita ad uno spazio capace di costruire forme nuove di politica e nuove modalità di socialità, mettendo al centro del dibattito pubblico locale e nazionale la questione dei limiti alla proprietà privata.  Esprimiamo pertanto tutta la nostra solidarietà a quanti hanno dato vita a questo esemplare e coraggioso tentativo di restituire alla città un luogo abbandonato del malisviluppo per farne un luogo di speranza di nuove modalità di vita urbana”.

Lo stesso professor Giorgio Pizziolo, docente di Analisi e pianificazione territoriale presso la facoltà di Architettura di Firenze, sottolinea come il terreno e la fabbrica siano considerati “un piano d’appoggio e un occasione  per qualunque destinazione speculativa”.
“Viceversa” chiarisce il prof. Pizziolo, “il Piano urbanistico vigente destina l’area e gli edifici a “produzione di beni e servizi” , che , considerata la collocazione urbanistica del complesso , e le esigenze della città, ci sembra una scelta particolarmente corretta”.
“E qui sta l’aspetto di innovazione che il Municipio dei beni Comuni lancia a tutta la città” sottolinea Pizziolo, “avendo dimostrato in questo anno di gestione e di manutenzione straordinaria degli edifici esistenti come, proprio la capacità creativa di una gestione diretta , caratterizzata da una presenza giovanile attiva, si dimostri la più qualificata interprete proprio  della destinazione di piano”.
Secondo il Municipio dei Beni Comuni, occorre quindi che il Comune di Pisa dichiari esplicitamente la sua contrarietà” alla richiesta di variante alla destinazione d’uso dei terreni, “facendo partire un dibattito pubblico sul futuro di questa porzione della città”.
“E’ evidente che se il no del Comune sarà chiaro e definitivo, l’unico futuro se venisse sgomberato il Municipio dei Beni Comuni è l’abbandono di quell’area, visto che la J Colors non ha altro interesse che questo. La politica e le istituzioni non possono non considerare il ricatto che la J Colors sta facendo ad una città intera. Evidentemente non esiste alcuna funzione sociale di questa proprietà privata, per questo chiediamo agli enti locali il rispetto e l’applicazione degli articoli della nostra Costituzione” conclude il Municipio dei Beni Comuni.

Per aggiornamenti: www.rebeldia.net

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LO SGOMBERO DELL’EX COLORIFICIO TOSCANO: SPECULAZIONE E CEMENTO CONTRO LA CITTADINANZA DEI BENI COMUNI

Il Distretto di Economia Solidale della Brianza esprime piena solidarietà e sostegno agli occupanti dell’ex Colorificio liberato di Pisa, il cui sgombero appare ormai imminente.
L’esperienza che si andrebbe a chiudere, nonostante i molti e autorevoli apprezzamenti ricevuti in questi mesi, rappresenta un patrimonio di portata ben superiore alla scala locale. Nella pratica concreta della partecipazione civile, dell’economia solidale, della gestione condivisa, un’area dismessa destinata al degrado è stata trasformata in “bene comune”, a disposizione del territorio e delle sue istanze di cambiamento. Che ha saputo svelare la contraddizione di una proprietà privata che non tiene conto del beneficio sociale del suo uso (così come previsto dalla nostra costituzione).
Un cambiamento (e lo abbiamo sperimentato partecipando ai lavori della due giorni dedicata ai Commons) è già in atto, vivo e presente. Un cambiamento che è concreto, adesso, e all’ex Colorificio ne abbiamo percepito insieme il vigore e la necessità.
Come il grano che cresceva nei campi di Spiga&Madia: un cambiamento concreto, praticato nel presente, che ha trasformato un terreno agricolo in un bene comune con la forza della partecipazione. Un cambiamento cancellato con una ordinanza, per fare posto all’asfalto insensato della nuova tangenziale milanese.
E’ forse tutto questo che si vuole ridurre a mera questione di ordine pubblico, a mera questione di tutela del titolo di proprietà?
A quale “interesse pubblico” risponde una politica che tutela il cemento e il denaro mortificando la vita collettiva, i beni comuni, la natura?

DESBri – Distretto di Economia Solidale della Brianza

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DALLA MONOCULTURA INDUSTRIALE AGLI ORTI SINERGICI
Breve riflessione sullo sgombero dell’ex-colorificio e solidarietà’ ai
cittadin* del Municipio dei Beni Comuni e Rebeldia.
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Come GasCalci, avendo appreso della sentenza di sgombero
dell’ex-colorificio di pochi giorni fa, esprimiamo il nostro sostegno e la
nostra solidarietà’ a tutte le persone che in questo anno hanno contribuito
a farlo rivivere.

Negli scorsi mesi il GasCalci, insieme con gli amici del Circolo di
Montemagno, e’ stato sgomberato, per volere della proprietà,’ dai locali di
una Società’ Semplice Operaia; questo spazio, dal terreno vitale e
associativo che era, si e’ trasformato, in un luogo ad oggi inutilizzato ed
in uno stato di completo abbandono. Sulla base della nostra esperienza,
guardiamo dunque con preoccupazione all’evolversi degli eventi, nel timore
che lo stesso si verifichi anche nel caso dell’ex-colorificio.

Ma cosa e’ successo in questo ultimo anno nell’area dell’ex-colorificio,
distesa desertica di cemento e polveri ad un passo dal centro di Pisa? Come
succede spesso di osservare nelle aree urbane in stato di degrado, nelle
crepe del cemento, al bordo dell’asfalto o a ridosso di un marciapiede
scalzato, si e’ fatta avanti di nuovo la vegetazione, i semi portati dal
vento hanno attecchito dove neanche il botanico e l’agronomo più esperto
sarebbero riusciti; e’ ricresciuta una piccola oasi di verde, il Municipio
dei Beni Comuni e Rebeldia, la cui linfa ha attirato a se’ altra
vegetazione, associazionismo, ecosistema, ed ha stimolato la rigenerazione
del terreno. Nel giro di quattro stagioni abbiamo avuto modo di assistere e
nutrire lo sbocciare di questo nuovo peculiare “orto sociale”, basato sulla
sinergia delle diverse specie, colorato nell’eterogeneità’ della flora, e
sostenuto dal carattere generoso di quelle piante che condividono
volentieri i loro frutti.

Pur nella diversità’ dei nostri territori – l’uno agricolo e montano,
l’altro urbano e razionalizzato – il nostro impegno e’ stato comune nel
rigenerare; e’ stato la risposta al bisogno calzante di nuove forme di
produzione e sperimentazione sociale, cosi che terreni diversi hanno
mostrato una ripresa spontanea e rigogliosa: la pianta della partecipazione
ha mostrato una tenace e persistente vitalità’. Non più’ tardi di un anno
fa, l’area di Pisa che accoglie l’ex-colorificio era una terra deserta. Ora
la mono-cultura dell’uso della proprietà’ privata vorrebbe sigillarla,
privarla dell’acqua, riportarla alla polvere.

Partendo dal nostro immaginario fatto di terra, olivi, zambre e cinghiali,
vorremmo convincere i nostri politici ad entrare in questo piccolo
promettente giardino, ad osservare il brulicare della vita che sta
rinascendo, e i tesori che esso nasconde. Vorremo convincerli altresì’ che
la ricchezza e il buon funzionamento di un ecosistema si basano sulla sua
biodiversità’; che la politica non dovrebbe intervenire con pesticidi e
diserbanti, secondo la logica di profitto dell’agricoltura industriale,
bensì’ farsi capace di prendersi cura del territorio, pensandolo come un
orto sinergico, la cui armonia e’ il risultato della laboriosa e
potenziante interazione di tutti i soggetti in esso presenti.

Invitiamo pertanto l’amministrazione comunale a sentirsi parte di questo
contesto di interazione, di avere la capacità di scegliere come coltivare,
e ad impegnarsi affinché’ questo processo di rigenerazione non si concluda
con una mera sentenza.

Calci, 29/09/2013

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