UOMINI E PROFETI
Rai Radio 3
Sabato 20 aprile 2013
Animali. Né cose né macchine
con Marco Verdone, Franco Marcoaldi
Per riascoltare la puntata con immagini evocatrici e ruminativo/meditative CLICCA QUI
In fondo alcune integrazioni…
Torniamo oggi a parlare di “animali”. Le tradizioni religiose – che pure non hanno mai avuto particolari intenerimenti riguardo al mondo degli animali, usati spesso in sacrificio e nella gran parte delle tradizioni sfruttati come animali da lavoro e come cibo, tuttavia sempre hanno avuto come banco di prova della qualità dell’umano la relazione all’altro: e quale essere altro più “altro” dell’animale, con la sua somiglianza e differenza con l’umano, con la sua enigmaticità, con i suoi propri linguaggi, a volte decifrabili, a volte indecifrabili? E non è giunto il tempo di pensare che gli animali hanno dei loro “diritti”, e non sono “cose” da sfruttare e poi gettare come se fossero rifiuti? Ne parliamo con Marco Verdone, medico veterinario omeopata, che all’isola-carcere di Gorgona, dove i detenuti lavorano e sono impiegati dell’allevamento degli animali, non solo cura i suoi “pazienti” animali, ma pia piano si accorge che essi stessi possono costituire una cura per chi ha commesso reati gravi. Ma anche macellarli e divorarli fa parte della cura?
Talvolta poi gli animali sono per noi esempio di mitezza e dedizione. È quello che ci propone Vasilij Grossman in alcuni suoi racconti. Ne parliamo con Franco Marcoaldi.
Suggerimenti di lettura
Marco Verdone, Il respiro di Gorgona, Editore Libreria Editrice Fiorentina 2008
Marco Verdone, Ogni specie di libertà. Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona. Il sogno di un mondo migliore per tutti i viventi , Altreconomia 2012
Paolo De Benedetti, Teologia degli animali, Morcelliana 2007
Vasilij Grossman, La cagnetta, Adelphi 2013
Franco Marcoaldi, Animali in versi, Einaudi 2006
Franco Marcoaldi, Baldo. I cani ci guardano, Einaudi 2011
Si ringrazia Gabriella Caramore, sensibile conduttrice della storica trasmissione di Radio 3 “Uomini e profeti” per lo spazio che ha voluto dedicare a questi temi. Inoltre nei confronti di questa importante trasmissione si riconosce un importante debito morale e culturale.
Non è stato possibile ovviamente raccontare tutto.
E’ utile però ricordare almeno qualche altro punto per poter arricchire lo scenario che si è tentato di descrivere.
Intanto dal 2013 sono stati pubblicati altri libri che parlano di Gorgona e del problema più generale della relazione nonviolente tra umani e latri animali.
- I GORNI SCONTATI – Appunti su carcere a cura di Silvia Buzzelli (con un capitolo su Gorgona di Marco Verdone)
- L’ISOLA DELLE BESTIE di Marco Verdone con prefazione di Silvia Buzzelli
- SALVATI CON NOME – a cura di Silvia Buzzelli e Marco Verdone
- QUI è disponibile la conferenza di Marco Verdone al TEDx Lake of Como (2015): Peace with non human animals
1. La “Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona” nel Capo I – I principi fondamentali, le esigenze della specie e dei singoli individui animali – , all’Art.1 – Esseri senzienti – così recita:
“Gli animali non sono cose, né sono macchine. Gli animali, – almeno la maggior parte di quelli con i quali interagiamo – come gli umani, sono “esseri senzienti”. Questa Carta riconosce loro la capacità di provare dolore e di soffrire e – di conseguenza – il diritto alla non sofferenza e alla conservazione della vita, espressa nel miglior modo possibile. Promuove inoltre l’opportunità di consentire lo sviluppo e la manifestazione delle loro capacità individuali come esseri senzienti in virtù delle caratteristiche di ogni specie d’appartenenza, indipendentemente dalle relazioni che stabiliscono con gli umani.”
2. ESSERI SENZIENTI: l’ART. 13 del Trattato di Lisbona (2007, entrato in vigore nel 2009)
Ha apportato ampie modifiche al Trattato sull’Unione europea e al Trattato che istituisce la Comunità europea, ribattezzato Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Art. 13 – Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione nei settori dell’agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale.
3. Codice Deontologico della professione veterinaria (Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, 2011) specifica all’Art. 1 che
“Il Medico Veterinario svolge la propria attività professionale
al servizio della collettività e a tutela della salute degli animali
e dell’uomo”. Tra i vari compiti si indica che “in particolare, dedica
la sua opera alla promozione
del rispetto degli animali e del
loro benessere in quanto esseri senzienti.”
4. Dichiarazione di Cambridge – Il 7 luglio 2012, un gruppo internazionale di autorevoli ricercatori delle neuroscienze cognitive, farmacologiche, fisiologiche, anatomiche e computazionali, si sono riuniti presso l’Università di Cambridge per rivalutare i substrati neurobiologici dell’esperienza cognitiva e i corrispondenti comportamenti di animali umani e non umani. Nonostante la ricerca comparativa su questo argomento sia stata ostacolata dalla naturale incapacità, tra animali umani e non umani, di comunicare in maniera chiara e semplice i rispettivi stati interni, è stato dichiarato quanto segue: “L’assenza di una neocorteccia non sembra precludere ad un organismo di provare stati affettivi. Prove convergenti indicano che gli animali non umani possiedono substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici, di stati di coscienza insieme alla capacità di esibire comportamenti intenzionali. Di conseguenza, le evidenze scientifiche mostrano che gli esseri umani non sono gli unici in possesso dei substrati neurologici che generano coscienza. Anche gli animali non umani, tra cui tutti i mammiferi, gli uccelli, i polpi e molte altre specie, sono in possesso di questi substrati neurologici.”
4. I GIORNI SCONTATI – L’esperienza di Gorgona nei riguardi della relazione umano-non umano ha aperto orizzonti inaspettati. Tra i tanti si segnala la partecipazione al libro I GIORNI SCONTATI – Appunti sul carcere (Sandro Teti Editore, 2012) a cura di Silvia Buzzelli, docente di diritto penitenziario e procedura europea presso l’Università di Milano-Bicocca. Questo libro collettivo, destinato anche agli studenti universitari della materia, vede per la prima volta il contributo del punto di vista sulla “questione animale” affrontato sia da Marco Verdone con l’esperienza del carcere dell’isola di Gorgona che con Massimo Filippi, neuroscienziato ed esperto di filosofia sulla questione animale.
5. I 3 SCARCERATI – In carcere avvengono comunanze spirituali tra esseri in difficoltà. L’umano recluso può incontrare animali appartenenti a specie diverse e stabilire relazioni di amicizia e solidarietà. Questo è quanto è avvenuto ad una persona detenuta che una volta uscita in semilibertà dall’isola di Gorgona ha portato con sé 2 cani conosciuti sull’isola e con i quali aveva stretto un patto di amicizia. Ha mantenuto la promessa e li ha portati con sè in Sicilia. ha affrontato prima il viaggio in nave e poi 16 ore di treno fino a Palermo. Ha così acquistato il biglietto per tutte le cuccette dello scompartimento e insieme hanno affrontato il lungo viaggio. I cani vivevano in un recinto di pochi metri e questo ragazzo ha così scarcerato oltre sè stesso anche altri 2 reclusi innocenti. A lui va la nostra ammirazione.
6. GRANELLI DI SABBIA ALLA VIGILIA DI NATALE: Un altra testimonianza di un giorno trascorso in Gorgona si trova QUI.
7. INCONTRO CON I DETENUTI DI REBIBBIA: segnaliamo che a metà marzo è stato realizzato un incontro su questi temi con i detenuti del carcere di Rebibbia (Roma) grazie agli insegnati e volontari dell’istituto. LEGGI QUI IL RESOCONTO.
8. Chi è il mio prossimo – Su sollecitazione di un radioascoltatore ritorniamo sul legame religioso con l’animale.Una delle domande centrali è quella evidenziata anche nella conversazione di Gabriella Caramore con Paolo De Benedetti in “Teologia degli animali”: chi è il mio prossimo? Dove si estende l’amore verso il “prossimo”? A CHI si estende? Come Paolo De Benedetti ci indica, anch’io penso che il mio ” prossimo” sia tutto il creato. E che gli animali ci aiutino a capire l’interpretazione rabbinica della famosa frase del Levitico (19,18): “Ama il tuo prossimo come te stesso” che viene trasformata in: “Ama il tuo prossimo perché è te stesso”.
9. E i maialini? Poichè è rimasta in sospeso la storia del maialino, diamo qualche informazione in più. In realtà si tratta di più storie e in particolare di 4 piccoli maialini che siamo riusciti a salvare dal macello e a far uscire da Gorgona come donazione a persone che ci davano la sicurezza della destinazione “a vita”. Il primo è Gorgo e ora vive a Ippoasi-Fattoria della Pace (un rifugio per animali “da reddito” a Pisa www.ippoasi.org), poi Gea che vive in provincia di Pisa, Greta che vive sulle colline Livornesi ed Ebe che vive in un rifugio in Piemonte che adotta maiali salvati dal macello (La piccola fattoria degli animali).
Per saperne di più sulla storia della maialina Gea:
Babe in livornese: la storia della porcellina nata in Gorgona
Gea’s adventures
COMMENTI
Ho ascoltato con molto interesse il tuo intervento di sabato a Radio3. Mi piacerebbe, se ce ne fosse l’occasione, approfondire quella discussione. Michela Campaner (Treviso)
Cara Michela quando vuoi, quello che so e che ho visto è bene comune. A presto e grazie
La ragione ultima della oggettivizzazione dell’animale è la presunzione della superiorità dell’essere umano su tutte le altre specie. Eppure gli argomenti che la confutano sono innumerevoli: quale altro animale inquina e distrugge l’ambiente da cui dipende la sua sopravvivenza, introduce deliberatamente veleni nel proprio organismo, ignora la solidarietà con la propria specie, depreda, sfrutta e affama i propri simili per avidità, pratica l’assassinio gratuito, la guerra, la tortura, la schiavitù, la violenza contro i piccoli propri e altrui?
Altro argomento ricorrente è che la violenza è insita e ineliminabile nel mondo naturale, quindi la violenza dell’uomo sull’animale è giustificata. E’ il più capzioso, proprio perché l’uomo, dotato di coscienza, è per eccellenza in grado di discriminare e sottrarsi alla necessità.
La verità dietro tante motivazioni pretestuose è molto più squallida. Chi mangia carne lo fa non perché il suo consumo è indispensabile (è stato ampiamente dimostrato il contrario), ma per soddisfare il proprio gusto, al quale non riesce a rinunciare. La scelta basilare della vita – ciò che si mangia, che è poi ciò che si è – è fatta dalla gola anziché dal cervello. L’essere “superiore” è governato dai propri visceri, non dalla propria coscienza.
La compassione, l’empatia, la pietà, tutto ciò che, secondo quella originaria presunzione, distingue l’umano dall’animale, sono oscurati da un impulso bestiale.
L’impatto ecologico, economico e sociale dell’industria della carne è devastante.
La sofferenza generata dall’allevamento e dal massacro quotidiano di milioni di esseri indifesi è incommensurabile. Ma gli interessi in gioco (non certo quelli del pianeta, non quelli dell’umanità) sono immensi, l’informazione obiettiva è occultata, e ancora di più lo sono i luoghi e le orribili procedure di sterminio. Così la gente non mette in connessione la fettina asettica, la mortadella rosea, con il sangue, il dolore, la morte. E la pancia mette efficacemente a tacere tutte le ragioni del cuore. La cattiva coscienza degli onnivori distorce la realtà al punto che i vegani sono considerati pericolosi estremisti. E l’ipocrisia si spinge oltre, a dichiarare, ridicolmente, che i vegani si preoccupano solo degli animali e non della fame nel mondo. La verità è che la sofferenza che procuriamo ai nostri fratelli terreni è troppo terribile per poterla sopportare, e nessuno vuole vederla. Eppure non è fingendo che non ci sia che ci ripuliamo le coscienze. Se per una volta si ha il coraggio di guardarla, senza distogliere gli occhi, allora non è più possibile tornare indietro. Bisognerebbe portare i bambini in visita ai macelli e ai centri di trasformazione, per permettergli di vedere di cosa sono fatti i loro appetitosi bastoncini, wurstel ed hamburger, e metterli così in condizione di scegliere di cosa nutrirsi. Il veganismo non è una rinuncia, un sacrificio: è una scelta felice, il rifiuto di una cultura di morte, un abbraccio tenero a tutte le forme viventi, la coscienza della responsabilità verso il pianeta che ci sostenta tutti.
Priva di fede religiosa quale sono, mi ha profondamente stupita e commossa l’esortazione di Papa Francesco a “prendersi cura” del creato, e a riscoprire la tenerezza. La scelta vegana non è altro che questo.
E’ un cambiamento radicale del punto di vista. Riconosciamo la stessa dignità a tutti gli esseri in nome della comune fragilità e finitezza. Ma diventiamo anche consci del potere di influire concretamente sulla realtà con le nostre azioni quotidiane.
Quando l’arroganza lascia il posto alla compassione, il nostro io ipertrofico si ridimensiona. Nella prospettiva dell’universo, un uomo è infinitamente più piccolo dell’insetto che schiaccia con fastidio, o peggio indifferenza, sotto il piede. La vita di questo agglomerato di cellule che siamo è appesa a un filo, e per quanta importanza ci diamo, finiremo come concime per i fiori. Se i nostri gesti fondamentali sono privi di consapevolezza, se non realizziamo, ad ogni istante, che dalla nostra scelta dipende la sofferenza e la morte di altri esseri, tutte le nostre velleità spirituali si dimostrano ridicole. Fino a quel momento la nostra vita non si eleverà al di sopra di quella materia bruta che – sbagliando – associamo con gli animali.
Per questo vi ringrazio della trasmissione, e vi prego: continuate a dare spazio e voce a chi non ne ha, ma ha lo stesso nostro diritto di vivere.
Mi permetto di suggerire la visita a questi siti, per chi volesse conoscere più da vicino questo mondo di “alieni” e “terroristi” vegani.
http://www.facebook.com/l/dAQE3h57oAQFH4Eop9XZ4J62IqJlVzWE7FUo8FGuzfSoGOg/www.vegfacile.info/
http://www.facebook.com/l/4AQHOkAtkAQGeyr0MFv4h8fu-wjTEcmCkVP9HdjnJIFTdtA/www.veganhome.it/
http://www.facebook.com/l/AAQE9EH6-AQHAvIVeN4YQmxWprAvkWZa5tVGKa9426npERw/www.viverevegan.org/web/
E questo, che descrive senza filtri la crudeltà umana contro gli animali:
http://www.facebook.com/l/cAQEavH6KAQF7m16f7g36BUTNZHc4YWJUbt0mFfjnskB4Vg/laverabestia.org/
Un’utilissima lettura tradizionale:
Infine, per sfatare il mito più stupido, secondo cui i vegani sono persone grigie e tristi che si nutrono solo di lattughe e fagioli, questi bellissimi siti italiani di cucina:
http://www.facebook.com/l/cAQEavH6KAQH0VJ9T227IKRO-uKngRQBe3kJMUr6um4PDrA/www.veganblog.it/
http://www.facebook.com/l/xAQGjYTpTAQEjCqU2ed5T_DsN_qVpfirzYiMCf1s8QkilgA/www.vegancucinafelice.it/
Grazie della vostra attenzione.
Un caro saluto.
Michela Campaner (Treviso)