Guida alle Pratiche di Economia Solidale nell province di Livorno, Lucca e Pisa (DES AltroTirreno) (Scarica qui la Guida completa)
Capitolo 3: Salute ed economia solidale
di Marco Verdone (Scarica qui il pdf)
ESISTONO parole che se da una parte limitano la libertà dei concetti che abbracciano dall’altra ci aiutano a definire un percorso che deve necessariamente essere avvicinato con un respiro ampio.
Mettendo in elenco alcune di queste parole otteniamo:economia, casa, ecologia, interdipendenza, responsabilità, solidarietà, equilibrio e salute.
Il vocabolario ci dice che l’economia ha a che fare con il complesso di attività e dei rapporti tra uomini connessi alla produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi.
Economia deriva dalle parole greche ôikos: casa e némein: ripartire, distribuire. In pratica ripartire i prodotti della casa, i beni della casa, le parti della casa. E se la casa è la nostra Terra allora significa distribuire le risorse della Terra. Così detto sembra implicito il concetto che la distribuzione dovrebbe essere equa, equilibrata.
L’ecologia studia la casa e il rapporto tra i suoi abitanti. L’ecologia studia la casa e l’economia la produzione e distribuzione delle risorse ai suoi inquilini. È chiaro che ecologia ed economia vanno di pari passo e nella rete della Vita non esistono distinzioni.
La solidarietà ha a che fare con qualcosa di solido, stabile, equilibrato. Essere solidali vuol dire esser equilibrati. Ovvero vedere le cose con l’equilibrio necessario per dare il giusto peso a tutto. Stare al centro e vedere le cose con equi-distanza.
La solidità è correlata alla Terra, l’elemento che rappresenta la stabilità.
La solidità si accompagna alle forze di coesione della materia. Si è solidi quando si è molto coesi, uniti. La solidità (espressione della materia) e la solidarietà (espressione degli uomini) hanno a che fare con l’unità.
Solidale è relazionato a solido, stabile (dinamicamente stabile), equilibrato, pronto cioè a far fronte alle sollecitazioni esterne con una risposta adeguata.
Senza considerare opportunamente la terra non siamo stabili… come singoli e come abitanti del pianeta. Dalla terra arriva la nostra sicurezza perché essa ci nutre e ci conforta. Se siamo solidali con la terra lo siamo anche con i suoi abitanti. Se non c’è solidità nei rapporti, solidarietà, non ci può essere neanche con la terra e viceversa.
La Terra produce i beni primari e quindi innesca l’economia di base e la solidarietà fondamentale. La terra è solidale con chi consuma i suoi prodotti perché se sono sani producono solidità, solidarietà e quindi unione.
Chi si prende cura della terra deve necessariamente essere solidale perché lavora su ciò che sorregge tutti e produce qualcosa (cibo) che nutre tutti e può influire profondamente su tutti.
Potremmo dire che il contadino è solidale per definizione.
L’agricoltura è solidale e quindi sociale così come la sua consorella, la zootecnia. Piante e animali ci uniscono in un unico cammino. Se crediamo di essere isolati e di poter fare a meno di essi e degli altri, perdiamo la prospettiva di solidarietà e ci illudiamo di essere solidi solo grazie alle nostre forze (potere/denaro/oggetti).
Rimane centrale il tema dei rapporti tra gli uomini. L’economia è il prodotto delle azioni dell’uomo. E l’uomo si comporta in base al suo stato di salute. Un’azione equilibrata è il prodotto della mente di una persona equilibrata. E, a sua volta, l’equilibrio di una persona discende dal suo stato di salute. Un essere vivente si dice in salute quando è in “dinamico equilibrio”. Cioè quando le parti del suo mondo interno sono in equilibrio tra di loro. E quando, di conseguenza, il suo mondo interno è in equilibrio dinamico con il mondo esterno.
Per chiarire, se fuori è freddo una persona in salute reagisce indossando qualcosa di più pesante. Oppure produce brividi o aumenta il metabolismo energetico. Se il suo equilbrio vacilla, la Forza Vitale produce dei sintomi: per esempio, raffreddore, mal di testa, dolori articolari, ecc.. In ogni momento l’ambiente esterno ci sottopone a delle sollecitazioni/domande alle quali possiamo reagire o con risposte adeguate (e rimaniamo in uno stato di equilibrio cioè salute) o con risposte non adeguate, i sintomi, che percepiamo come segnali che ci indicano che siamo in uno stato di malattia, di squilibrio appunto.
A questo punto possiamo incominciare a pensare come sia decisivo il modello di salute a cui ci ispiriamo e il tipo di cure che adottiamo.
La medicina omeopatica, come altre medicine olistiche (naturali, energetiche o, come si dice in ambiti istituzionali, non convenzionali o complementari) offre una chiave di lettura per orientarsi nella valutazione degli stati di salute e di malattia. Entrambi condizioni che incidono sia a livello individuale che collettivo.
Con l’omeopatia si lavora sul dentro (l’uomo interno) per consentire di rispondere in modo adeguato alle domande che l’esterno, l’ambiente, ci pone in ogni momento.
La buona salute produce una buona economia e una buona economia produce una buona salute
Per arrivare ad un economia solidale bisogna passare per una medicina naturale. Economia e salute sono strettamente connesse. Così come ogni pensiero e azione dell’uomo.
Quindi una equa economia e una equa ecologia derivano da un equilibrio interno. L’economia è trovare questo equilibrio (prima interno e poi esterno) ripartendo e distribuendo le parti (risorse) della casa (ôikos). Se l’economia non è equilibrata, solidale, produce disarmonia, quindi malattia.
In ogni caso non ci sarà mai una economia solidale se non si arriverà ad una salute non soppressa e piena di buone forze vitali.
La Terra, il lavoro con la terra è intrinsecamente solidale perché solo da un reciproco rapporto di rispetto e di aiuto si può produrre. O meglio, si possono produrre cose buone per gli animali e l’uomo.
La terra non è una macchina che messa in moto sforna qualcosa. La terra è un organismo vivente complesso che produce cose buone se lo tratti bene. Come tutti gli esseri viventi. Ogni essere vivente da il meglio di sé se è amato. Altrimenti reagisce, si ammala o muore. Durante questa sofferenza produce qualcosa di scarsa qualità. Il problema è che la qualità spesso non si vede ma invece incide in modo profondo sulla nostra vita. Perché se introduciamo cibi di scarsa qualità (in particolare con sostanze nocive o privi di ordinate forze vitali) la nostra struttura psico-fisica si indebolisce proprio come se costruissimo una casa con mattoni di scarto.
Lentamente si insinua un male-essere che produce uno stare male al mondo e quindi con gli altri e con tutto ciò che ci circonda. Le nostre scelte saranno influenzate da questa cattiva situazione che in generale chiamiamo malattia. Come una nave che perde la giusta rotta, così noi deviamo, spesso senza accorgercene, dalla nostra direzione. Pochi gradi di scarto iniziale diventeranno un’ampia deriva dopo un certo tempo.
L’idea che abbiamo della terra, degli altri, del mondo, di noi stessi, deriva dallo stato di salute in cui versiamo. In altre parole la situazione interna condiziona la vista del mondo esterno.
Più la salute è in equilibrio (naturale) è più l’equilibrio del giudizio e delle azioni lo manifestiamo all’esterno. È l’unico vero potere che abbiamo: decidere di cambiare il nostro mondo interno, il nostro punto di vista. A questo punto un altro mondo è veramente possibile se lavoriamo attivamente su (dentro) di noi.
Per fare questo però ci vogliono strumenti sopraffini perché si tratta di influire sulle parti più profonde: l’intelletto, le emozioni, la Forza Vitale. La medicina omeopatica è tra quelle che offre questa possibilità attraverso rimedi che con le continue diluizioni e dinamizzazioni hanno esaltato il potere energetico (non molecolare). Quel potere che, in modo semplice, rispettoso e silenzioso produce il cambiamento. Tutto questo ha molti altri risvolti ma ora ci interessa sottolineare che l’omeopatia, seguendo le leggi immutabili della Natura, aiuta gli uomini (e gli animali) a trovare il proprio equilibrio a beneficio delle parti e del tutto. Anche nella produzione ed equa distribuzione delle risorse della nostra Casa comune.
Questo articolo è stato pubblicato con il titolo Equilibrio dinamico su MEDITERRANEO, n.26/2007