L’omeopatia è la Cenerentola della veterinaria. Ma è una realtà. Relegarla a ruolo marginale peggiora la legislazione. Inibire il confronto rallenta il progresso medico, escluderla dal dibattito frena lo sviluppo professionale.
di Alessandro Battigelli
Gruppo Farmaco Fnovi
30giorni – gennaio 2013
(…) Le doti che oggi si attribuiscono agli animali (senzienza, coscienza, soggettività, caratteristiche etologiche, ecc.) sono conoscenze note all’omeopatia veterinaria, che fonda la sua capacità diagnostica e terapeutica sulla possibilità di riconoscere non solo la sofferenza animale in quanto nonbenessere, ma di ‘individualizzare’ e ‘contestualizzare’ quella determinata condizione clinica secondo le più attuali concezioni mediche (es. Pnei, psico-neuroendocrino-immunologia,). La distinzione tra salute ed esigenze etologiche, che sono oggi oggetto di particolare interesse per la medicina comportamentale, trova nell’omeopatia veterinaria il suo naturale sbocco e il potenziamento dell’interazione terapeutica. Le tensioni bioetiche che la “questione animale” impone alla professione veterinaria sono sentite con particolare interesse dagli omeopati veterinari e dunque il benessere degli animali rappresenta la condizione imprescindibile senza la quale è impossibile instaurare un qualsiasi tipo di approccio terapeutico. (…)