Si estende lo scandalo della carne, ma la Commissione Ue rivuole le farine animali
Nell’acquacoltura dal primo giugno e per maiali e volatili nel 2014
[ 18 febbraio 2013 ]
www.greenreport.it
I francesi hanno identificato 3 delle 6 carcasse di origine inglese ed il ministri francese dell’agricoltura, Stéphane Le Foll, ha annunciato che «Saranno distrutte. Non sono entrate nella catena alimentare. Si tratta di un secondo affaire che non ha niente a che vedere con lo scandalo europeo della carne di cavallo falsamente etichettata manzo nei piatti preparati». Purtroppo per il ministro i due casi invece evidenziano non tanto quanto poco sia controllata l’industria della carne, piuttosto quanto sia facile eludere i controlli nazionali ed europei. Infatti, sempre il 14 febbraio il ministro francese per il Consumo, Benoît Hamon, ha detto che l’impresa Spanqhero, uno dei fornitori della falsa carne di manzo della Findua, verrà perseguita per truffa economica. Secondo Hamon, la Spanghero sapeva benissimo di vendere non carne di manzo ma di cavallo, visto che arrivava etichettata come carne equina, mentre l’altra società francese, Comigel, che ha prodotto le lasagne Findus con carne di cavallo, è stata ingannata e credeva davvero di lavorare carne di manzo. Le Foll ha annunciato che alla Spanghero verrà immediatamente ritirata la licenza sanitaria per trattare carne e il 15 febbraio ha inviato una squadra di veterinari negli stabilimenti dell’impresa, à Castelnaudary, per proseguire indagini e test. In Francia (ma anche in Lussemburgo, Gran Bretagna, svizzera e Paesi scandinavi dove opera la Findus) siamo ormai all’allarme alimentare per un caso che risulta sempre più internazionale e legato al rapporto malato tra finanza e cibo. Secondo i francesi le lasagne alla carne di cavallo verrebbero da una società lussemburghese che apparterrebbe al gruppo francese Comigel, specializzato nella preparazione di piatti surgelati che poi vengono acquistati (anche) dalla Findus. Per garantire il massimo guadagno, un complesso circuito di intermediari europei, avrebbe portato la carne di cavallo di origine romena fino alla Spanghero e poi alla Comigel, per poi finire nella lasagne marchiate Findus, leader del commercio dei piatti surgelati in Francia e in Europa. Per la multinazionale alimentare il colpo è durissimo: negli ultimi giorni i supermercati Auchan, Carrefour, Casino, Cora, Monoprix e Picard hanno ritirato dai loro supermercati i prodotti Findus e Comigel che contengono carne.
In tutto questa confusione l’Europa sembra voler ritirar fuori le farine animali per l’alimentazione zootecnica, almeno a legge l’editoriale di fuoco di ieri di Le Monde che scriveva: «Se la Commissione europea ci voleva dare delle verghe per farsi battere, non poteva fare altrimenti». Il più prestigioso quotidiano francese sottolinea che «Da qualche giorno. L’Europa intera si scandalizza, giustamente, per una vasta frode, dalle ramificazioni sempre più larghe, che ha permesso a degli industriali di far avallare ai consumatori circa 750 tonnellate di carne di cavallo mascherata da “puro manzo”» e le Monde si chiede incredulo: «E cosa ha deciso la Commissione? Semplicemente di prevedere nuovamente, nell’Unione, il ricorso alle farine animali per nutrire una parte degli animali da allevamento. Vuole autorizzare queste farine nel settore dell’acquacoltura dal primo giugno e “Non prima del 2014”, per i maiali ed i volatili. Questo equivale, né più né meno, che a far rivivere una pratica di allevamento le cui derive hanno provocato una delle più gravi catastrofi sanitarie che ha conosciuto il Continente meno di 20 anni fa: la crisi della “mucca pazza”».
Insomma, la Commissione Ue vorrebbe reintrodurre la possibilità di allevare animali nutrendoli con farine di carne e di ossa, riciclando carcasse come quelle trovate in Gran Bretagna ed inquinate da medicinali ed antibiotici. Il ricordo delle decine di migliaia di mucche infettate da encefalopatia spongiforme e dell’abbattimento di intere mandrie sembra svanito. Eppure, come ricorda Le Monde, «E’ a causa di queste farine che centinaia di consumatori sviluppano, perfino anni dopo aver mangiato delle bistecche infette, la malattia mortale di Creutzfeld-Jacob».
L’Ue ha vietato le farine animali per i ruminanti nel 2007 e nel 2001 il divieto è stato esteso a tutti gli animali da “consumo”. «Perché rintrodurle oggi?», si chiede l’editoriale e risponde: «Permetterebbero di rimpiazzare le farine di pesce nell’acquacoltura che diventano meno abbordabili quando le risorse alieutiche si rarefanno. E la misura è attesa dagli allevatori di maiali e di volatile che troverebbero una material prima a buon mercato per nutrire i loro animali, dato che i prezzi elevati dei cereali e della soia pesano fortemente sui loro conti».
L’idea, anche se parte da un concetto malato nell’impiego di proteine vegetali per produrre proteine animali, sembrerebbe addirittura ecologicamente sostenibile: riutilizzare delle proteine invece che distruggerle ed alleviare così la pressione prodotta da coltivazioni che richiedono molto suolo, acqua e pesticidi, ma Le Monde fa notare che «Questo presuppone di accordare credito ad un’industria agroalimentaire che è più nota per il cibo spazzatura che per la sua assoluta preoccupazione per la qualità».
La Commissione europea assicura che le “nuove” farine alimentari non presentano alcun pericolo e che sarebbero prodotte solo da scarti di carni destinate all’alimentazione umana e che è vietato assolutamente il “cannibalismo”, cioè cibare esemplari da allevamento con farine di carne provenienti dalla stessa specie. Quindi il maiale non mangerà maiale ed il pollo non mangerà pollo. «Sano principio e lodevole intenzione – scrive Le Monde – A condizione che il potere pubblico e le filiere professionali siano in grado di garantire il rispetto scrupoloso di queste norme sanitarie. Ora, dopo ben altro, l’episodio delle lasagna al cavallo romeno dimostrano che questo è tutto meno che garantito».
Proprio per questo nell’ottobre 2011 l’Agence nationale de sècurité sanitarie de l’alimentation, de l’environnement et du travail francese ha emesso un parere negativo sul ritorno delle farine animali e Le Monde conclude: «Sarebbe deplorevole che la Francia, che nessuno obbliga a seguire il via libera di Bruxelles, non tenesse conto di questo parere. In materia di salute pubblica, il dubbio deve essere sempre a vantaggio dei consumatori. A qualunque costo». Anche in Italia, aggiungiamo noi.