Diritti dei cavalli: c’è un vuoto etico / di Marco Verdone

La dichiarazione sul destino ultimo degli equidi nasce soprattutto da esigenze igienico-sanitarie legate alla sicurezza degli alimenti e della corretta gestione dei farmaci. Si registra però un vuoto etico, perché manca un’esplicita finalità nei confronti della protezione del benessere e dei diritti degli equidi. (…continua a leggere il pdf)

Per sette anni, da quando puledra il suo numero le fu impresso a fuoco sulla spalla sinistra, Tombola era sempre stata chiamata “la 785”. Aveva trascorso tutta la vita libera sui grandi pascoli che lambiscono la sponda nord dell’Arno condividendo con le altre cavalle le stagioni della monta, della gravidanza, dei parti e dello svezzamento dei puledri. Un ciclo completo che i cavalli di razza Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido (noti come CAITPR o TPR) compiono ogni anno, da circa 40 anni, nella Tenuta di S. Rossore, all’interno del più ampio Parco Regionale di Migliarino S. Rossore Massaciuccoli (MSRM) in provincia di Pisa.

Come in tutti gli allevamenti di animali la nascita di nuovi soggetti (che nei cavalli è concentrata tra marzo e maggio) prevede poi una loro ricollocazione. Alcuni animali possono essere tenuti in allevamento ma altri devono essere venduti perchè le nascite periodiche contrastano con i fattori di spazio e di costi. In autunno i puledri nati in primavera sono sottoposti ad una prima valutazione da parte degli esperti dell’Associazione Nazionale Allevatori del CAITPR per l’iscrizione al Libro Genealogico (LG). I puledri che superano questo primo esamesono marchiati a fuoco sulla coscia sinistra. Alcune delle puledre che si sono distinte vengono tenute per il miglioramento dell’allevamento. Gli altri in esubero (maschi e femmine) o che non hanno superato l’esame saranno venduti. I cavalli non iscritti al LG sono più difficili da collocare e spesso il loro destino rimane incerto.

Un cavallo possente e multifunzionale
Il TPR è un cavallo possente che si diffonde dopo l’unità d’Italia quando emerge la necessità di avere animali per il lavoro agricolo e per l’esercito. Nel tempo, però, con la meccanizzazione dell’agricoltura la presenza dei cavalli andò diminuendo mentre prese piede in modo sistematico la produzione di carne equina che trovò la massima espressione tra gli anni ’70 e ’80. In realtà questi cavalli da tiro possiedono una certa polivalenza funzionale che li rende adatti per gli attacchi amatoriali, per il turismo ambientale, per il lavoro agricolo e per quello boschivo. Senza dimenticare che la loro presenza, come ogni animale, ha un valore “in sé” che prescinde dal ritorno economico. Nel nostro paese l’agricoltura versa in condizioni difficili e gli equidi possono svolgere un ruolo interessante nei lavori agro-silvo-pastorali e turistico-ambientali. È un settore che si rivela in armonia con uno sviluppo sostenibile delle risorse e con la tutela ambientale soprattutto dei territori ecologicamente più delicati come le aree collinari e montane.

Sensibilità diverse
Oggi è lecito, però, tentare di superare una visione puramente economica e materialistica dell’allevamento del cavallo ed esplorare altre strade. Da più parti i paesi cosiddetti ”ricchi” ricevono l’invito a ridurre il consumo di carne per motivi sia individuali (ad es. le malattie legate all’eccesso d’alimenti d’origine animale) che generali (ad es. l’impatto dell’allevamento sulle risorse del pianeta). Si tratta di un cambiamento complesso che deve nascere nel profondo di ogni singola persona e che ha bisogno di tempo per maturare e tradursi in pratica. Nel frattempo però è bene informare/informarsi e continuare ad offrire spunti di riflessione.

La destinazione finale
Attualmente, in base alla legge vigente, ogni cavallo deve essere dotato di un passaporto nel quale si deve specificare sin dall’inizio la sua destinazione finale. I cavalli che potrebbero essere destinati alla produzione di carne e quindi macellati sono indicati con la sigla DPA (Destinato alla Produzione di Alimenti per il consumo umano). Quelli invece che non si vuole che siano macellati sono definiti non-DPA.

Il cavallo non iscritto al LG, quindi, è meno interessante dal punto di vista commerciale per una destinazione da vita (non DPA) e quindi rischia fortemente di finire nella filiera alimentare (DPA). Non è detto che il cavallo definito DPA debba necessariamente finire al macello. Il proprietario lo può far morire tranquillamente di vecchiaia ma la scelta scritta sul passaporto gli lascia aperta la strada per venderlo al macello. Un equide invece dichiarato non-DPA non potrà mai essere macellato. In questo modo viene definito un senso unico: un equide DPA può diventare un non-DPA e quindi la strada formale è dalla “morte” alla “vita” e non viceversa.

La dichiarazione sul destino ultimo degli equidi nasce soprattutto da esigenze igienico-sanitarie legate alla sicurezza degli alimenti e della corretta gestione dei farmaci. Si registra però un certo “vuoto etico” perchè manca un’esplicita finalità nei confronti della protezione del benessere e dei diritti degli equidi (oltre che di altri animali). Il cavallo (come gli altri equidi) vive questo destino ambiguo che spesso passa inosservato ai non addetti ai lavori: da una parte viene equiparato ad un animale d’affezione (come cane o gatti) e dall’altra è normato come animale cosiddetto da reddito (bovino, suino, ovino ecc.).

È un animale di confine nel mondo consumistico e confuso dell’essere umano. Tutto questo ci ricorda come il nostro rapporto con gli animali sia spesso contraddittorio per non dire schizofrenico.

Diventa, allora, necessità dell’anima e della ragione riflettere su queste contraddizioni e tentare di trovare soluzioni e strade alternative per salvaguardare la vita in ogni sua espressione. È un percorso complesso e pieno d’ostacoli ma gli animali ci sollecitano ad esplorare altre strade e a superare vincoli e pregiudizi.

I cavalli in vendita di S. Rossore
È quello che abbiamo tentato di fare nel Parco di MSRM che tra le sue principali finalità istituzionali ha quella di proteggere la natura e salvaguardare tutte le specie viventi presenti. A fine 2009 il Parco aveva messo in vendita una ventina di cavalli (tra giovani e adulti). La creazione di una rete comunicativa ha permesso di far conoscere, anche attraverso visite sul campo, il tipo di allevamento e le caratteristiche di questi cavalli. Nel giro di qualche mese, tutti i cavalli, giovani e adulti, maschi e femmine, gravide e non, iscritti e non iscritti, sono stati venduti a singole persone e tutti per la vita. Infine era rimasta invenduta solo la “785”. Tombola aveva caratteristiche poco invitanti: non gravida, non domata, magra e dal carattere “difficile”. Ma grazie ad alcuni amici anche Tombola è stata venduta passando da numero a nome e oggi si trova opsite presso la “Fattoria della Pace – Ippoasi” a Marina di Pisa.

Nella ricerca di senso e con le inevitabili difficoltà che accompagnano l’essere umano, i cavalli di S. Rossore ci hanno dato la possibilità di unire uomini e animali in un lungo viaggio d’amicizia. Ancora una volta la scommessa sulla vita è stata vincente e anche il Parco ha sperimentato, grazie ai cavalli, che un’altra strada è sempre possibile.

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