di Vladimiro Polchi
La Repubblica, 19 novembre 2012
A fotografare la vita in cella è l’associazione Antigone con il suo IX rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia. Due numeri per capire: su 46.795 posti disponibili, oggi sono a disposizione di 66.685 detenuti. In arrivo 400 sentenze della Corte europea contro il sovraffollamento. Scarse attività di recupero, carenza di personale.
A Taranto 4 detenuti si affollano in 9 metri quadrati. A Latina si sta rinchiusi anche 20 ore al giorno. A Catania d’inverno i termosifoni restano spenti. A fotografare la vita dietro le sbarre è l’associazione Antigone col suo IX rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia. Due numeri per capire: su 46.795 posti disponibili, oggi in cella ci sono ben 66.685 detenuti. E scatta l’allarme: in arrivo 400 sentenze della Corte europea contro il sovraffollamento.
I numeri del continuo allarme. Il rapporto di Antigone denuncia i mali, vecchi e nuovi, che affliggono il pianeta carcere: “La dichiarazione dello stato di emergenza per il sovraffollamento risale al 13 gennaio 2010 e il numero dei detenuti allora era di 64.791. Al 31ottobre scorso, la presenza è di 66.685 detenuti, 1.894 in più. Ma come – si chiede il rapporto – i detenuti non dovevano diminuire?” Così l’Italia resta il Paese con le carceri più sovraffollate nell’Unione Europea. Il nostro tasso di affollamento è oggi infatti del 142,5% (oltre 140 detenuti ogni 100 posti). La media europea è del 99,6%.
Il “giallo” della capienza. Secondo i dati ufficiali al 31 ottobre 2012 la capienza regolamentare dei 206 istituti penitenziari è di 46.795 posti. “La notizia però incredibile – scrive Antigone nel rapporto – è che due mesi prima la capienza degli istituti era di 45.568 posti. A noi non risultano apertura di nuove carceri, né di nuovi padiglioni in vecchi istituti di pena. A che gioco giochiamo?”.
Chi sono i detenuti? I 66.685 detenuti nelle nostre carceri sono per lo più uomini. Le donne rappresentano solo il 4,2%. Gli stranieri (23.789) sono il 35,6%. Le nazionalità più rappresentate? Marocchina (19,4%), Romena (15,3%), Tunisina (12,7%), Albanese (11,9%) e Nigeriana (4,4%).
“Dei delitti e delle pene”. I reati più diffusi sono contro il patrimonio, seguiti dalle violazioni al Testo Unico sugli stupefacenti e da quelli contro la persona. Tra chi, al 30 giugno 2012, aveva una condanna definitiva, il 26,5% ha un residuo pena inferiore all’anno. Non solo. Il 40,1% non sconta una condanna definitiva, ma è in carcere in custodia cautelare. E ancora: all’inizio dell’anno i detenuti sottoposti al 41 bis erano 678. Tra questi 246 appartenevano alla Camorra, 206 a Cosa Nostra, 106 alla ‘Ndrangheta, 31 ad altre Mafie, 19 alla Sacra Corona Unita, 6 alla Mafia “Stidda” e 2 alle Brigate Rosse.
Poca scuola e scarso personale. Meno di un quarto dei detenuti presenti in carcere alla fine del 2010 era impegnato in attività scolastiche. Al 30 settembre 2012 la carenza degli educatori è del 27,2%, quella degli assistenti sociali addirittura del 35,1%, mentre la carenza del personale di polizia penitenziaria è “solo” dell’8,9%.
Suicidi e 400 cause in arrivo. Ad un mese dalla fine dell’anno, 93 sono i detenuti morti in carcere, di cui 50 per suicidio. E poi: “La Corte europea dei Diritti dell’Uomo – ricorda il rapporto – condannò l’Italia per avere costretto una persona a stare in meno di tre metri quadri: l’Italia fu condannata a pagare 1.000 euro. In tal senso, Antigone ha presentato 170 ricorsi alla Corte e ha supervisionato altri 230 ricorsi presentati direttamente dai detenuti: 400 ricorsi che saranno decisi a breve. In arrivo vi sono dunque 400 sentenze che potrebbero portare l’Italia a pagare non meno di 400mila euro”.
Le telecamere dietro le sbarre. Al tradizionale rapporto cartaceo quest’anno si affianca la presentazione di “Inside carceri”: il primo web-doc dedicato agli istituti penitenziari italiani, realizzato dall’Osservatorio di Antigone insieme al service giornalistico multimediale Next New Media. Il reportage (accessibile gratuitamente online a questo indirizzo) è un viaggio all’interno di 25 istituti di pena del nostro Paese. Si va dall’intervista a un ex-detenuto, che a volto scoperto racconta di un pestaggio che avrebbe subito da parte di alcuni agenti penitenziari nel carcere di Lucera a Foggia (e su cui è in corso un procedimento della magistratura), alle immagini impietose del complesso penitenziario di Sollicciano a Firenze: sovraffollamento nel reparto maschile, pioggia nelle celle del femminile.