COMUNICATO STAMPA (pdf)
Milano, settembre 2012
Esce per
Altreconomia Edizioni
“Ogni specie di libertà”
Carta dei Diritti degli Animali dell’isola di Gorgona
Altreconomia promulga la “Costituzione dei
non umani”.
Articolo 1:“Gli animali non sono cose, né macchine”.
L’autore è Marco Verdone, veterinario sull’isola-carcere di Gorgona. Una riflessione sui diritti che spettano a ogni creatura vivente a partire dalla quotidiana esperienza con umani e non umani, entrambi “reclusi”. Completano l’opera eminenti studiosi di diritto, filosofia e altre discipline. Per rendere concreto il sogno di un mondo migliore e senza gabbie.
Un libro leggero e importante, per chi ha a cuore ogni specie di libertà.
Esce in libreria un’opera unica nel suo genere: “Ogni specie di libertà. Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona”. “Gli animali non sono cose, né macchine” recita l’articolo 1 della Carta dei Diritti degli Animali, inedita Costituzione dei non umani, nata sull’isola di Gorgona. Dall’ultima isola-carcere d’Italia è infatti il veterinario del carcere Marco Verdone -insieme ad altre autorevoli voci- a porre le basi per un nuovo patto tra uomini e animali. Il sogno di un mondo migliore per tutti i viventi.
La “Carta dei diritti degli Animali” è composta da 36 articoli, dedicati ai principi fondamentali, alle esigenze della specie e dei singoli individui animali, alle attività con gli animali, alle diverse specie e a tutte le azioni per provare a conciliare d’interessi animali, umani e ambientali. Ma il libro è tutt’altro che una mera enunciazione di principi: racconta infatti in modo nitido e semplice il miracolo dell’incontro tra detenuti e animali, anime “recluse” ma – anche grazie al regime particolare di Gorgona – entrambe un poco più libere.
Un libro adatto a tutti, dove la “questione animale” prende la forma di storie e di pensieri che noi umani dedichiamo ai nostri “fratelli minori”. Testimonianze di uomini e animali a loro modo tutti “innocenti” di fronte alla vita che Marco Verdone – da anni veterinario dell’isola, uno splendido nodo di terra e mare nel Tirreno – riporta con uno stile pulito, piacevole e con la passione di chi crede nel proprio lavoro. E ci permette così di sognare un mondo dove l’uomo non vuole uccidere più i suoi “compagni di viaggio”.
La riflessione finale è proprio questa: anche se a Gorgona le forme di allevamento sono il più possibile rispettose del benessere degli animali, il loro destino finale è crudele e iniquo. Marco Verdone vuole andare oltre e così chiude la sua introduzione: “Io stesso vorrei proseguire verso un mondo diverso, dove non mi tocchi più di veder uccidere i miei pazienti e i miei amici. (…) Dove ogni essere senziente è liberato grazie anche all’aiuto degli altri. Un mondo dove non ci sono più gabbie né prigioni”.
Con gli scritti di Paolo De Benedetti, teologo, Barbara de Mori, docente di bioetica veterinaria, Luigi Lombardi Vallauri, filosofo, Valerio Pocar, sociologo del diritto, che offrono un’autorevole chiave spirituale, di pensiero razionale e laico e di rigore giuridico a supporto della Carta ei Diritti degli Animali. L’associazione antispecista Oltre la Specie afferma invece l’urgenza di fermare la preponderanza dell’“umano”. Prefazione di Carlo Mazzerbo, già direttore della Casa di reclusione di Gorgona e un contributo di Claudio Guidotti, ex detenuto e oggi uomo libero.
Trovate qui di seguito un breve estratto dai singoli capitoli e interventi
• la copertina è opera dell’illustratore Federico Maggioni
Per le interviste a Marco Verdone e agli altri autori o per recensioni e servizi sul libro e su Gorgona, potete contattare Altreconomia: Laura Anicio, tel 02 89919890, ufficiostampa@altreconomia.it
“Ogni specie di libertà. Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona. Il sogno di un mondo migliore per tutti i viventi” di Marco Verdone, 112 pagine, 12 euro (Altreconomia 2012).
Gli estratti dai capitoli:
L’incipit di Marco Verdone
La “Carta dei Diritti degli Animali dell’isola di Gorgona” rappresenta uno dei possibili contributi – necessari e doverosi – per portare alla luce del sole la delicata questione della nostra relazione con gli (altri) animali, le condizioni di vita e il destino finale che imponiamo loro. Il punto di osservazione e di partenza è insolito: un’isola con un carcere – l’ultima in Italia – e una fattoria al suo interno.
Carlo Mazzerbo, già direttore della Casa di reclusione di Gorgona
“Ma la vera “forza dell’isola” ha origine dallo stretto rapporto tra natura e l’essere umano. In questa prospettiva gli animali hanno rappresentato dei preziosi coadiutori: notammo subito l’immediato effetto positivo che si generava dall’incontro tra gli animali e gli umani-detenuti che ne seguivano la gestione e che di questo rapporto diventavano i maggiori beneficiari, facendo propri, con il lavoro quotidiano, i principi e le regole della natura. Un aspetto terapeutico-trattamentale che ci interroga non solo sull’utilità degli animali – avevamo riprodotto la classica fattoria di un tempo quando ancora non erano diffusi gli allevamenti intensivi – ma sul loro ruolo come veri e propri collaboratori ai quali andavano garantiti, oltre alla migliore qualità di vita possibile (seppur breve) anche dei diritti fondamentali.
Il pensiero di Marco Verdone, che in più di 20 anni ha di fatto rivoluzionato il tradizionale rapporto uomo-animale, si è fatto pian piano strada e con l’aiuto dei tanti amici dell’isola, diventerà presto attuale e concreto”.
Valerio Pocar, sociologo del diritto
“Il fatto è che gli animali “pensano” e “parlano”. Per questa ragione deve essere loro riconosciuta la “personalità”, fonte di loro diritti e di doveri verso di loro. La questione centrale diventa allora quale debba essere il livello minimo di capacità di pensiero per poter attribuire la personalità. Ritengo che un criterio ragionevole possa essere quello che vado a esporre: basterebbe che la capacità di elaborare pensiero (da quello cosiddetto razionale a ogni percezione che la mente realizza, come i cosiddetti sentimenti e le sensazioni stesse) sia sufficiente perché l’individuo possa cogliere e trarre beneficio dal rispetto e dalla considerazione dei suoi diritti”.
Luigi Lombardi Vallauri, filosofo
“I motivi, quindi, per tutelare gli animali sono essenzialmente due: il valore e la soggettività. Il valore è la straordinaria bellezza degli animali, bioarchitetture meravigliose per ingegneria, grazia, mistero, sconfinata fantasia. Sono le “macchine” più stupefacenti che l’evoluzione abbia prodotto. Vivificano con la propria presenza gli ecosistemi, ispirano profondamente, in tutte le culture, l’autocomprensione dell’uomo. La tutela in base al valore, che riconosce loro lo status di beni equiparabili ad altri beni ambientali o ai beni culturali, s’iscrive nel quadro più ampio della tutela della biodiversità: difendere contro l’invasione antropocentrica moderna la bellezza/ricchezza immemoriale del mondo. (…) Il secondo motivo di tutela è la soggettività: gli animali sono esseri viventi senzienti. Si tratta di una pietà e di una giustizia dovuta, non facoltativa o sentimentale. Com’è stato accennato, la soggettività si accerta attraverso lo studio dei sistemi nervosi centrali e dei comportamenti. Segnatamente i vertebrati sono esseri senzienti, comunicanti, in grado di soffrire, godere, apprendere, provare affetti, emozioni, sviluppare capacità: doti che in condizioni favorevoli si manifestano pienamente ma che subiscono una mortificazione quasi totale nella dismisura della violenza cui le vittime sono sottoposte dentro gli allevamenti intensivi, gli impianti di macellazione, i laboratori di sperimentazione/ vivisezione”.
Paolo De Benedetti, teologo
“Si potrebbe dire che la benedizione divina degli animali perdurerà dalla creazione fino alla fine dei tempi, quando ritroveremo gli animali nella vita eterna. Perché – anche se la teologia ha gravemente trascurato questo aspetto – occorre riconoscere “con fede piena” la resurrezione di tutto ciò che ha avuto la vita, animali e piante. Se ciò non avvenisse, bisognerebbe riconoscere che la morte è più potente di Dio, che la morte vince in eterno la vita. Come scrisse Giovanni Calvino, “non vi è alcun elemento né alcuna particella del mondo che, quasi consapevole della sua presente miseria, non speri nella resurrezione”.”
Barbara de Mori, docente di bioetica veterinaria
“È prima di tutto la crescente e ineludibile responsabilità etica di fronte a questo a richiedere un impegno nuovo di fronte al trattamento e al benessere animale: una vita degna di essere vissuta dovrà essere necessariamente una vita in cui le esigenze degli esseri senzienti – almeno le più importanti – vengono rispettate”.
Oltre la Specie, associazione antispecista
“… Animali che ogni giorno vedono la loro vita, arrestata, paralizzata dalla mancanza di spazio in uno spietato ed infinito presente, arrestarsi nell’agonia. La danza di quel maiale [che abbiamo visto a Gorgona] non ha potuto che evocare in noi una gioia infelice, poiché anche quel maiale è destinato al macello. Quella danza però – e questo è stato l’ultimo insegnamento di Gorgona – ci ha fatto percepire che solo arrestando la macchina che produce l’umano, tramite la continua rimozione delle sue componenti animali, potremo un giorno smettere di arrestare”.
Claudio Guidotti, ex detenuto e oggi uomo libero
“Dopo la mia esperienza di quasi cinque anni passati a Gorgona posso dire che quell’ambiente, se vissuto nello spirito giusto, aiuta a recuperare un rapporto sano con gli animali e perciò con la vita e il suo ciclo naturale di nascite e di morti. Ho un sogno: spero di tornare presto in Gorgona come turista, anche per poche ore, e rivedere alcuni umani e animali che ho conosciuto”.
dalla scheda informativa
“Nel nostro Paese ogni anno finiscono al macello circa 24 milioni di grossi animali (bovini, bufalini, suini, ovi-caprini, suini e equini). A questi vanno aggiunti oltre 29 milioni di conigli e oltre 500 milioni di avicoli e tacchini. Solo in Italia, quindi, si supera il mezzo miliardo di animali macellati ogni anno. Quasi 1 milione e 400mila individui uccisi al giorno. Senza trascurare i 2 milioni e 428.162 quintali di pesci, molluschi e crostacei prelevati con la pesca solo nel 2009”
Laura Anicio – Ufficio stampa Altreconomia
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