Il sogno di Jill per gli Orsi della Luna ha inizio nel 1993.
Quell’anno, Jill Robinson entra per la prima volta in una fattoria di bile d’orso a Hong Kong ed incontra ciò che mai avrebbe potuto immaginare… orsi vivi, chiusi in gabbie poco più grandi dei loro corpi, con cateteri arrugginiti infilati nei loro addomi feriti dai quali far scendere la bile prodotta, come da rubinetti, con infinito dolore, per anni e anni… anche per la loro intera vita, di cui non possono neppure volendo deprivarsi perché i denti e le unghie sono stati segati o strappati. Essi non riescono a muoversi, non hanno spazio per vivere, né per morire.
Jill ha detto: “Alle volte riceviamo un messaggio dalla vita che è difficile ignorare. Per me, quel messaggio è arrivato nel 1993, quando sono entrata per la prima volta in una fattoria di bile d’orso. Nulla mi aveva preparato per quel che avrei visto; incredula assistetti ad una scena che avrebbe successivamente cambiato la mia vita e che avrebbe dato inizio al sogno del China Bear Rescue”.
Fu allora che senza rendersene conto Jill si avvicinò ad una gabbia, abbastanza da permettere alla zampa di un’orsa di toccarle il braccio. Senza pensare, Jill si avvicinò e toccò a sua volta la zampa: quello fu il contatto che cambiò la sua vita, e quella di molti orsi più fortunati di colei che aveva allungato la zampa…
Jill è oggi una gentile e determinata signora inglese che da venti anni si dedica alla missione di portare a conoscenza la realtà delle fattorie della bile in Cina, Vietnam e Corea, nell’ambito di una situazione assai complessa.
Da subito avviò negoziazioni con il governo cinese ed i vari dipartimenti locali, allo scopo di far cessare questa pratica e promuovere la riconversione dell’attività di questi allevatori in settori che non implicano alcuna sofferenza animale.
La realtà delle fattorie era sconosciuta in occidente: Jill l’ha portata nel mondo.
Lo scorso 30 aprile è stata nella Sala delle Miniature del Comune a Firenze a parlarci degli Orsi e vi assicuro che le immagini viste dai nostri occhi lucidi e tristi, la voglia di lottare per informare su queste vicende e cambiare le cose, rimarranno presenti e forti in noi, ben oltre il tempo di quell’incontro.
Jill ci ha detto: occorre conoscere, rispettare, amare il paese Cina, per cambiarlo… e di una storia d’amore si tratta, di una reciproca comprensione, della quale occorre narrare quanto accaduto nel tempo.
Ricordiamo quindi che Vietnam, Cambogia e Laos costituivano l’habitat naturale che ospitava molti orsi, oggi assai diminuiti nella presenza sia per la caccia illegale anche di femmine e cuccioli, praticata da sempre, che per lo sfruttamento.
A poco è servito che il Governo vietnamita abbia cercato di proteggere per legge la specie e difenderla: centinaia di strutture illegali detengono ancora gli orsi allo scopo di estrarre la bile, a causa di un mercato ancora appetibile.
Seppure la bile d’orso abbia proprietà curative, è purtroppo utilizzata anche per una serie di prodotti di largo consumo (maschere per il corpo, dentifrici, bevande energetiche, tisane…..) ed occorre affermare con forza che essa è sostituibile almeno con 54 scelte erboristiche, più economiche e facilmente reperibili, e moltissime di sintesi, utilizzabili nella medicina tradizionale.
La bile raccolta è inoltre inevitabilmente contaminata da batteri, feci, materia tumorale, purtroppo sviluppata dagli orsi negli anni di prigionia a seguito della mancanza d’igiene, dell’enorme stress e dolore e dall’immobilità.
Le fattorie portano però molto guadagno a chi le gestisce, incurante di vendere un “prodotto” che è infine più dannoso che curativo per l’uomo stesso.
L’impegno incessante di Jill ha portato molte vittorie: nel 2000, con l’Associazione Animals Asia (sito web www.animalsasia.org/) ha raggiunto con le autorità cinesi uno storico accordo, salvando con il permesso del governo cinese 500 orsi dalla provincia del Sichuan e prevedendo la progressiva chiusura delle fattorie in tutto il territorio cinese, iniziando con la chiusura delle prime 400.
245 sono gli orsi che dal 2000 sono stati accolti nel Centro di recupero “Moon Bear Rescue Centre” a Sichuan, dove giungono in condizioni fisiche, mentali, comportamentali e psicologiche estreme, o per meglio dire, oltre ogni limite.
Occorrono parecchi mesi per la loro riabilitazione: malati, con le ossa deformate dall’immobilità e dalla mancanza di nutrimento adeguato, mutilati, indifesi, terrorizzati, a volte impazziti; ma come Jill ci racconta, con le cure adeguate, le operazioni chirurgiche necessarie alla loro sopravvivenza, controlli veterinari nel tempo, la maggior parte di loro sopravvive e le cure amorevoli, lo spazio a disposizione, la compagnia dei simili, i giochi e il cibo finalmente nutriente, leniscono ferite nel corpo e nel loro essere profondo.
”Per molti orsi questa conclusione è arrivata troppo tardi, ma per quelli che finalmente vedono la libertà, la promessa fatta nel 1993, è ora diventata realtà.
Seguite la liberazione degli orsi, mentre si sviluppa e gioite con noi del fatto che questi animali destinati a morire, ingabbiati e soli, finalmente riescono ad avere una vita per cui sono nati”.
Il messaggio di Jill è positivo ed incoraggiante. Siamo ad un punto decisivo della campagna per gli orsi, nel quale si coinvolgono le scuole, le farmacie, che testimoniano il possibile e doveroso passaggio all’utilizzo di altri ritrovati per il benessere umano, i media ove possibile. La collaborazione e la condivisione del progetto sta crescendo e Jill, con il suo intenso sorriso ci conforta, incitandoci a guardare avanti, al momento in cui l’ultimo orso recluso potrà appoggiare le zampe su un prato d’erba e fiutare l’aria profumata col naso insù, socchiudendo gli occhi per questo naturale piacere. Noi vogliamo infine immaginarlo, mentre gioca felice… finalmente libero.
Oggi le cose stanno veramente cambiando: autorità ed esperti della medicina cinese, politici, accademici, comprendono che si può voltare pagina e dare pace a queste creature, conservandone anche la specie, numericamente esigua.
Statistiche di Animals Asia informano che attualmente oltre 3400 orsi sono detenuti nelle fattorie della bile in Vietnam, e più di 600 sono tenuti in cattività ed usati per le esposizioni.
Animals Asia è attiva dal 1998 ed è un’organizzazione internazionale non governativa con quartier generale ad Hong Kong e sedi in Italia, Germania, Australia, Stati Uniti, UK, Cina, Vietnam e santuari per la riabilitazione di questi martoriati plantigradi in Cina, a Chengdu, e in Vietnam, nel parco nazionale di Tam Dao.
Animals Asia intende battersi contro questa barbara tortura fino a quando la crudeltà avrà fine, e ogni singolo esemplare verrà liberato. L’impegno è in parallelo quello di lavorare per educare le persone al rispetto di tutti gli animali, alla loro conoscenza, all’affermazione dei loro diritti.
L’ufficio italiano di Animals Asia si trova a Genova, contattabile attraverso il sito www.animalsasia.it oppure inviando una e-mail a info@animalsasia.it
I Centri di recupero sono visitabili, perché la gente veda e comprenda, faccia vivere il senso d’empatia e di protezione che si trova, da qualche parte, nell’essere umano.
A proposito … potete adottare un orso della luna e contribuire a ridargli nuova speranza di vita nei santuari di Animals Asia!