In uno dei primi giorni di primavera del 2018 la Comunità Interspecifica Ondamica ha intervistato il prof. Luigi Lombardi Vallauri, filosofo del diritto, su alcuni temi che incrociano la questione animale, la detenzione, la nonviolenza e l’inedito modello rieducativo del carcere dell’isola di Gorgona.
CLICCA QUI per l’intervista
Category Archives: Animali
Animali. Né cose né macchine / Radio 3: UOMINI E PROFETI / con Marco Verdone, Franco Marcoaldi
UOMINI E PROFETI
Rai Radio 3
Sabato 20 aprile 2013
Animali. Né cose né macchine
con Marco Verdone, Franco Marcoaldi
Per riascoltare la puntata con immagini evocatrici e ruminativo/meditative CLICCA QUI
In fondo alcune integrazioni…
SALVATI CON NOME – Carcere e rieducazione nonviolenta: il modello dell’isola di Gorgona / a cura di Silvia Buzzelli e Marco Verdone
SALVATI CON NOME
Carcere e rieducazione nonviolenta:
il modello dell’isola di Gorgona
a cura di
Silvia Buzzelli e Marco Verdone
Giappichelli Editore – Torino, 2018
XXII-218
formato cartaceo – ISBN 978•88•9211060•1 – € 30,00
http://www.giappichelli.it/salvati-con-nome,9211060
⇒QUI la pagina facebook del libro
⇒QUI la SINOSSI e l’INDICE SOMMARIO
A seguire alcuni contributi complementari:
∞ QUI l’intervista al prof. Luigi Lombardi Vallauri: questione animale, nonviolenza e il modello Gorgona (2018)
⇒ QUI l’intervista di Antonio Priolo a Marco Verdone: Intorno all’antispecismo. RE NUDO (maggio 2016)
⊕ QUI la conferenza al TEDx Lake of Como di Marco Verdone dal titolo: Peace with non human animals (2015)
∇ QUI l’intervista di Gabriella Caramore, Radio3, UOMINI E PROFETI, a Marco Verdone: Animali. Né cose né macchine (2013)
SINOSSI
Portavoce di un nuovo approccio alla relazione tra soggetti animali umani e non umani, questo libro è un’assoluta novità nel panorama del diritto penitenziario e, più in generale, delle prassi rieducative a cui deve tendere la pena (art. 27 Cost.). A partire dai confini di una remota isola carceraria, un inno universale e corale alla nonviolenza come strumento per creare un nuovo modo di vedere e di vivere la realtà che ci circonda.
Come scrivono i due curatori nella Prefazione: «Potrebbe suscitare perplessità, per un testo che nasce in ambito giuridico, inserire nel suo catalogo delle idee parole come mare, olivi, Costituzione, mucche, maiali, cani, cucina, archivi, sentenze, pasta, pomodori, diritti e varie altre. Si intravede, quindi, già una prima sfida: lessicale, culturale, etica, giuridica. Siamo ai confini delle categorie viventi ma anche, come vedremo, di altri ambiti che qui, volutamente, si intrecciano, si confondono e si contaminano, facendosi scoprire, infine, vicini e interconnessi.»
A tu per tu con l’autore / Incontro con Emanuela Nava, autrice del libro “Il cielo tra le sbarre”/ Biblioteca S. Giorgio di Pistoia / 12 gennaio 2017
L’iniziativa, nata dalla collaborazione con la casa editrice Raffaello, sarà l’occasione per incontrare, nei cinque appuntamenti pomeridiani, alcuni dei più conosciuti scrittori per ragazzi presenti in questo catalogo editoriale. Un’opportunità per avvicinare i ragazzi alle infinite sfaccettature che la lettura presenta, accompagnati nella scoperta dagli stessi autori dei testi.
Giovedì 12 gennaio 2017, ore 16.00
Incontro con Emanuela Nava, autrice del libro Il cielo tra le sbarre
Dialoga con l’autrice il medico veterinario Marco Verdone che ha prestato servizio, per 25 anni, sull’isola Carcere della Gorgona.
La favola, senza lieto fine, dell’isola di Gorgona. Intervista a Marco Verdone / di Camilla Esposito
NAPOLI – Sabato 12 novembre, la sede LAV di Napoli in via Toledo è riuscita finalmente a ospitare l’incontro, da tempo bramato, con il Dottor Marco Verdone, autore nel 2015 de L’isola delle bestie, veterinario omeopata o “post-omeopata”, come lui stesso preferisce definirsi, e per 25 anni veterinario presso la Casa di Reclusione di Gorgona, isola carcere situata nel Mar Ligure.
Sembrerebbe un romanzo fantasy, un mito, una previsione utopistica il racconto dell’esperienza dell’isola carceraria di Gorgona, se non avessimo incontrato di persona colui che quella esperienza l’ha vissuta, l’ha immaginata e resa possibile. L’antico carcere di Gorgona, in attività dal 1869, oggi sottosezione del carcere di Livorno, è una delle poche realtà carcerarie italiane in cui i detenuti godono di enormi spazi di libertà, e del contatto con animali non umani. Inoltre è una delle poche carceri italiane in cui, a tutti e 70 i detenuti ospitati, è assicurato l’accesso al lavoro e un salario, seppur di minima entità. Il lavoro in questione è quello agricolo e soprattutto di allevamento e macello.
L’isola delle bestie / Presentazione a Napoli / sabato 12 novembre 2016
Presentazione del libro
L’ISOLA DELLE BESTIE
di Marco Verdone
(Marotta&Cafiero editori)
a Napoli sabato 12 novembre 2016
Pagina evento facebook
→ Leggi l’intervista a Marco Verdone di Camilla Esposito su CRUDIEZINE MAGAZINE AND ACTIVISM
Neviano chiama Gorgona / Come e perché l’isola delle bestie ne vale la pena
Dopo 20 anni di amicizia tra l’isola di Gorgona (LI) e il Comune di Neviano degli Arduini (PR), gli amici di questo paese dell’Appennino parmense ci hanno invitati ancora una volta a discutere dell’esperienza maturata in quest”isola-carcere. Nonostante diverse visioni rispetto alla relazione con gli animali non umani, ciò non impedisce di affrontare insieme i complessi temi della reclusione umana, di quella non umana e del relativo sfruttamento. Ne parleremo con alcuni protagonisti che hanno vissuto in modo diretto l’esperienza detentiva svolgendo ruoli diversi. Crediamo che da un confronto plurale e senza pregiudizi possano nascere contaminazioni culturali e percorsi comuni. La lunga e improbabile amicizia tra questi due luoghi lontani ne è testimonianza.
Isola di Gorgona, il paradiso tornato inferno / vegolosi.it intervista Marco Verdone
La notizia della riapertura del macello dell’isola penitenziaria di Gorgona ha acceso una forte indignazione. Marco Verdone, mente e cuore di quel progetto di racconta esattamente come sono andate le cose
di FEDERICA GIORDANI
http://www.vegolosi.it
Marco Verdone, medico veterinario omeopata di frontiera, ha lavorato per circa 25 anni nel carcere dell’isola di Gorgona. Improvvisamente quello che era diventato un modello carcerario in cui gli animali presenti sull’isola come animali da reddito da macellare erano diventati compagni e sostegno per i carcerati, è tornato ad essere un inferno. Il macello dell’isola è stato riaperto: ai microfoni di Vegolosi.it Verdone racconta che cosa è successo davvero.
L’ISOLA CHE C’E’ : tesi in Etologia relazionale sul progetto nell’isola Carcere di Gorgona
Quest’anno il nostro studente Stefano Perinotto ha portato alla discussione della Tesi di Alta Formazione Universitaria in Etologia Relazionale una tesi dal titolo: “L’ISOLA CHE C’E’ – Nuovi ambiti relazionali introdotti dalla convivenza non performativa con animali cosiddetti da reddito. Il progetto nell’isola Carcere di Gorgona.”
La tesi molto bella ha permesso a Stefano di Diplomarsi con la votazione di 70/70 e Lode. L’argomento della sua Tesi è estremamente interessante ed attuale ed affronta una tematica, quella del carcere di Gorgona, sostenuta in prima persona dal veterinario Marco Verdone, che in questo periodo ha attirato molta attenzione. Nello specifico vogliamo sottolineare il fatto che la Tesi di Stefano è stata nominata ed indicata come riferimento dalla Professoressa Silvia Buzzelli, Docente di diritto penitenziario e procedura penale Europea e sovranazionale, nell’articolo pubblicato sulla rivista “Diritto Penale Contemporaneo” dal titolo “Il disinteresse per le buone pratiche penitenziarie (riflessioni sul caso Gorgona)”.
Consigliamo la lettura di questo interessantissimo articolo: clicca qui per leggerlo.
Se sei interessato a leggere per intero la Tesi, la puoi scaricare qui: Tesi Etologia Relazionale Gorgona – Stefano Perinotto
Qui sotto riportiamo l’introduzione della tesi:
Valentina, la mucca zen / Focus Wild / di Claudia Fachinetti e foto di Rachele Z. Cecchini
Sono nata alla fine di agosto 2001, in una calda giornata estiva, su un’isola dell’arcipelago toscano, la più piccola, Gorgona. Appena 220 ettari che, però, per me rappresentano tutto il mio mondo. E cosa potrei volere di più? Ho infinite distese di mare blu all’orizzonte, il fruscio del vento tra la macchia mediterranea, i pini e i lecci, fieno fresco da ruminare ogni giorno e tenere attenzioni da parte di molte persone che, come me, sono alla ricerca soltanto di pace. Un’isola da sogno, direte voi, un paradiso per ricchi alla ricerca di tranquillità: invece no, non è proprio così. (CONTINUA A LEGGERE QUI TUTTO L’ARTICOLO)
Focus Wild N. 61 agosto 2016
di Claudia Fachinetti
Foto di Rachele Z. Cecchini
Distratti dalla libertà: I detenuti, la nonviolenza e il “modello Gorgona” / di Lorenzo Guadagnucci
L’Italia non tutela la dignità dei reclusi e cancella il progetto avviato sull’isola-carcere, fondato sul rapporto con gli animali
Il sistema carcerario italiano non gode di grande prestigio. È anzi da tempo sotto processo, in senso sia metaforico sia giudiziario. Il sovraffollamento cronico ha esposto l’Italia a una severa censura da parte della Corte europea per i diritti umani (la sentenza Torreggiani del 2013), culmine di un malessere strutturale che non si è riusciti ad affrontare con strumenti adeguati. La cultura della pena perorata dall’articolo 27 della Costituzione -la tutela della dignità umana e la finalità rieducativa- stenta ad affermarsi in un ambiente carcerario afflitto da patologie di antica data. Ci sarebbe bisogno di una radicale riforma democratica, da concepire lungo i binari più avanzati e più moderni del diritto.
Una riforma del genere certamente non si improvvisa ma va riconosciuto che non si partirebbe da zero. Nel corso del tempo il nostro pur malandato universo carcerario ha messo in moto “buone pratiche” che andrebbero considerate come le fondamenta di un nuovo edificio da costruire. E’ quindi un vero peccato – per usare un eufemismo – che si abbandonino i progetti più originali e promettenti. È quanto sta avvenendo alla Gorgona, l’ultima isola-carcere rimasta in Italia. Lì i detenuti hanno la possibilità di vivere all’aperto e alcuni di loro lavorano nell’azienda agricola istituita a suo tempo dallo stato. Gorgona è diventata famosa per un’impresa in apparenza impossibile: l’inserimento della pratica concreta della nonviolenza all’interno di una struttura carceraria. È il progetto che ha avuto il veterinario Marco Verdone come principale promotore e il direttore Carlo Mazzerbo come decisivo sostenitore. Il cuore del progetto è una nuova relazione fra umani e animali, fino a formare -come massima ambizione- una comunità interspecifica.
53.873 I detenuti presenti nelle carceri italiane al 31 maggio 2016. |
I reclusi sono stati incoraggiati a considerare i maiali, le mucche, le capre, gli asini di Gorgona come propri compagni in un’avventura speciale: trasformare il periodo di detenzione in una vera occasione di ripensamento sul tema della violenza e del rapporto con l’altro. Gli animali, nella nostra società, sono l’altro per antonomasia, in quanto vittime predestinate della violenza istituzionale. Segregarli, tormentarli e infine ucciderli è perfettamente legale e gode di un generico quanto solido consenso sociale. Ma non c’è nulla di “rieducativo” nell’allevare e macellare animali. Tutto cambia se questi diventano “rifugiati e cooperatori del trattamento” (come sta scritto nei provvedimenti di grazia firmati da Mazzerbo per alcuni di loro), se diventano titolari di propri diritti, come ha spiegato Verdone nel libro “Ogni specie di libertà” pubblicato da Altreconomia. Tutto cambia se il macello chiude e la morte violenta scompare dall’orizzonte quotidiano dei detenuti. Marco Verdone dopo vent’anni è stato comandato ad altri compiti dalla Asl livornese; Carlo Mazzerbo è stato trasferito e la competenza su Gorgona è passata al penitenziario di Livorno. L’azienda agricola (ma non gli animali) è stata affidata a un’impresa privata (i Frescobaldi) e il macello ha ricominciato la sua truculenta attività. Ma non è detta l’ultima parola: giuristi, intellettuali, associazioni animaliste hanno chiesto al governo di salvare quell’idea di Gorgona che ha preso forma grazie al veterinario, al direttore, ai detenuti, ma anche alla mucca Libertà, alla maialina Bruna e agli altri animali non umani. In verità il nostro sistema penitenziario potrebbe -forse dovrebbe- fare tesoro di quell’isola di armonia che Gorgona ha dimostrato di poter essere.
Lorenzo Guadagnucci è un giornalista del “Quotidiano Nazionale”. Per Altreconomia ha scritto, tra gli altri, “Noi della Diaz” e “Parole sporche”.
Questo articolo è stato pubblicato sul Altreconomia Numero 184 p. 40 (QUI in formato pdf)
L’isola dove la storia deve continuare / di Roberta Benini
“L’irrealtà di ciò che è visto
dona realtà allo sguardo”
Octavio Paz
Esistono infiniti modi di trascorrere il tempo che ci è dato di vivere, esistono mari da attraversare e montagne da scalare, reali e in senso figurato.
Le strade si creano e si incrociano, ci trasformano, a volte dobbiamo cercarne di nuove e magari la solitudine sembra insostenibile.
Una solitudine che spesso accompagna chi percorre una nuova strada, chi con la propria esistenza e le proprie idee fa comprendere che l’empatia, la condivisione e la compassione rendono possibile accogliere tutte le creature, anche quelle imperfette o “diverse” da noi.
Nell’isola Marco Verdone cura e si prende cura, cresce come uomo e come medico veterinario, non semplice spettatore delle vite degli altri ma elemento che unito ad altri porta alla realizzazione di qualcosa di nuovo.
Un po’ come accade quando si cucina, il risultato è l’unione irreversibile di elementi singoli.